Il nuovo ponte di Genova deve essere gestito ancora da chi ha la concessioni per le autostrade, fa sapere il Ministero delle Infrastrutture
Il nuovo ponte di Genova deve essere gestito ancora da chi ha la concessioni per le autostrade. Lo sostiene il Ministero delle Infrastrutture in una nota inviata lunedì scorso al Commissario per la ricostruzione, il sindaco della città Marco Bucci. Il nuovo viadotto realizzato da Renzo Piano non è stato ancora ufficialmente aperto al pubblico e già ci sono delle polemiche in merito alla futura gestione del tratto. Il ponte, i cui lavori dovrebbero essere ultimati il 29 luglio e inaugurato il primo sabato di agosto, fa parte dell’autostrada A10 Genova-Savona che è gestita da Autostrade. E secondo la nota del Ministero quel tratto non può essere non gestito da Autostrade che ha in mano il resto dell’autostrada.
Proprio oggi ci sarà la pronuncia della Corte Costituzionale sul ricorso presentato da Autostrade, esclusa dai lavori di ricostruzione nel cosiddetto decreto Genova dell’ottobre 2018, due mesi dopo la caduta del ponte Morandi che provocò 43 vittime.
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L’Aspi (Autostrada per l’Italia spa) fa parte del gruppo Atlantia della famiglia Benetton. Dopo il crollo del ponte a furor di popolo fu chiesta la revoca della concessione a chi non aveva badato alla manutenzione del ponte.
La ministra delle Infrastrutture De Micheli, in quota Pd, spiega che pur se in corso la procedura di revoca della concessione, attualmente la legge prevede che quel nuovo tratto non può essere sottratto a chi in questo momento giuridicamente è titolare della concessione.
“Il Ponte di Genova non deve essere riconsegnato nelle mani dei Benetton. Non possiamo permetterlo” dice Vito Crimi, il capo politico del Movimento Cinque Stelle.
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