E’ morto Alessandro Invernizzi: l’imprenditore aveva 49 anni e da temo combatteva con una brutta malattia. Era il patron delle Terme di Lurisia
E’ morto Alessandro Invernizzi, l’imprenditore milanese 49enne proprietario delle Terme di Lurisia. L’uomo combatteva da 10 con una leucemia e si è spento a Roccaforte Mondovì, nel cuneese la scorsa notte. Imprenditore ma non solo, l’uomo aveva fondato il movimento dei “Feliciani”, gli “estremisti della felicità” e raccontava sul suo blog il decorso della malattia e la sua lotta.
Il suo fiore all’occhiello era però l’acqua di Laurisia e le Terme. Nel 1996, insieme al padre rilevò l’azienda e la rilanciò, fino ad attirare l’attenzione della multinazionale Coca Cola, grazie ai fatturati triplicati, a cui poi la cedette l’anno scorso, per un valore di 88 milioni di euro. Le bottiglie con il logo dell’Acqua di Lurisia furono esportate in tutto il mondo, il vero successo del duo Invernizzi. Con la cessione del marchio dell’acqua, era rimasto proprietario solo delle Terme peraltro chiuse per il Covid in questo periodo.
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE >>> Umberto Bossi ricoverato all’ospedale di Varese: le condizioni
Morto Alessandro Invernizzi: lascia due figli. Fu inserito nella lista dei 100 migliori imprenditori
Alessandro Invernizzi lascia la moglie Yara e due bambini, Alexander Fabrizio e Rebecca Rose. Nel corso della sua vita si è impegnato molto nel sociale, anche in prima persona andando a valorizzare i luoghi del cuneese; in questo ambito aveva creato la onlus Volontari per un Mondo Migliore cinque anni fa, dedita soprattutto a mettere in mostra il territorio di Lurisia.
Nel 2019 Invernizzi fu inserito nella classifica dei 100 migliori imprenditori, insieme ad Alberto Balocco, il noto imprenditore del settore dolciario. Un riconoscimento importante che, di fatto, aveva premiato il lavoro di una vita.
Il sindaco di Roccaforte Mondovì ed il presidente di Confindustria Cuneo esprimono grande dolore per la perdita del concittadino.
FORSE TI INTERESSA ANCHE >>> Risulta positivo al coronavirus e se ne infischia: manager veneto in rianimazione