Myanmar, crollo in una miniera: almeno 50 morti

A Myanmar, verso le 8.00 di questa mattina, una frana, avvenuta in una miniera, ha causato almeno 50 morti. Una tragedia ancora in corso che “aspetta” nuovi riscontri.

Un’autentica tragedia quella accaduta a Myanmar, intorno alle 8.00 di questa mattina. Una frana si è abbattuta in una miniera di giada, nel Nord del Paese. Il bilancio dei morti, per ora, è già di per sé spaventoso: ben 50 i minatori rimasti uccisi. Mentre, più alto e per niente incoraggiante, è il numero dei dispersi: circa 200. A dare l’allarme, e la tragica notizia, sono stati direttamente i vigili del fuoco, che sono ancora in corso con l’operazione di salvataggio e, purtroppo, d’estrazione dei corpi da sotto le macerie. Secondo le prime parole, dello stesso dipartimento dei vigili del fuoco, la causa scatenante tale tragedia si troverebbe nelle forti piogge che hanno attraversato il villaggio di Sete Mu, luogo dove si trova la miniera in questione: “I minatori di giada sono stati investiti da un’ondata di fango – afferma il dipartimento – che ha colpito la maniera dopo l’abbattimento di forti e intense piogge”.

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Myanmar, il crollo della maniera non è un fatto isolato

Myanmar miniera morti
Salvataggio vigili del fuoco (Getty Images)

Il crollo della miniera, avvenuto dopo l’abbattimento su di essa di forti e intense piogge (come riportato dai vigili del fuoco del posto), non è purtroppo un fatto isolato. Già in passato, a causa di eventi esterni e naturali, si era assistito a scenari esattamente uguali a quello poc’anzi citato. Due anni fa, nel 2018, persero la vita decine di persone, mentre nel lontano, ma non troppo, 2015, a rimanere sotto le macerie, per tale situazione, furono ben 116 esseri umani. Gli scavi a cielo aperto, durante l’abbattimento con estrema violenza da parte dei monsoni, formano un vero e proprio bacino di convergenza delle acque in questione. Un luogo in cui i minatori, di provenienza da etnie povere, sono costretti a lavorare in condizioni di sfruttamento, per alimentare le tasche di uomini senza scrupoli sempre più ingordi di denaro, ma privi dell’essenza umana. Un giro d’affari che, secondo Watchdog Global Witness, ha raggiunto una trentina di miliardi di euro, denaro che quasi mai finisce nelle casse dello Stato. Una situazione che continuerà a generare tragedie umane se qualcuno di dovere non interviene con i dovuti tempi e i giusti mezzi.

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