L’Oréal eliminerà le parole “sbiancante” e “schiarente” dalle creme per la pelle.
In seguito alle proteste per l’uccisone dell’afroamericano George Floyd il dibattito pubblico internazionale ha portato l’attenzione sull’uso di simboli e vocaboli raramente o mai messi in discussione. L’onda di rabbia e risentimento ha trovato una prima concretizzazione nell’abbattimento delle statue di controversi protagonisti dell’epoca del colonialismo. È seguita una diffusa stigmatizzazione di certi prodotti culturali. Oggetto di polemiche sono stati film, libri e altre opere in cui compaiono e a volte prevalgono consolidati stereotipi sulla popolazione nera.
Le iniziative e le manifestazioni del movimento Black Lives Matter stanno ora avendo ripercussioni anche su altri ambiti della società e del mercato. La multinazionale francese di cosmetici L’Oréal ha annunciato che rimuoverà le parole “sbiancante” e “schiarente” dai suoi prodotti per la pelle, dopo aver registrato tra i suoi clienti molte reazioni avverse all’utilizzo di questi vocaboli.
Questa decisione segnala e attesta un nuovo orientamento, scrivono i media statunitensi. C’è una condivisa intenzione di opporsi agli stereotipi razziali tra i colossi mondiali nella produzione e distribuzione di cosmetici e prodotti di bellezza. L’Oreal è uno dei maggiori e più famosi produttori al mondo di creme per la pelle. In molti paesi dell’Asia, dell’Africa e dell’America centrale in cui è leader di mercato, la pelle più chiara è spesso percepita come desiderabile.
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“L’Oréal ha scelto di rimuovere le parole ‘bianco/sbiancante’ [white/whitening] e ‘chiaro/schiarente’ [fair/fairness, light/lightening] dalle etichette di tutti i suoi prodotti per la pelle”, si legge nel comunicato diffuso dall’azienda. La scelta di L’Oréal di interrompere l’uso di alcune parole per la descrizione di alcuni suoi prodotti ha generato molte discussioni, con pareri non unanimi. Già altre note multinazionali di prodotti per la pelle e per il corpo avevano preso provvedimenti simili nelle settimane scorse.
La filiale indiana del gruppo Unilever ha scelto di cambiare nome a una crema per la pelle molto venduta e finora commercializzata con il nome “Fair & Lovely”. In India, dove il tema del colore della pelle si innesta a quello della gerarchie nelle caste sociali, il dibattito è ancora più sentito e controverso. “Vogliamo che il catalogo dei nostri prodotti risulti il più inclusivo possibile ed esalti la bellezza intesa come varietà”, aveva detto il capo di Unilever in India.