La Commissione Contenziosa del Senato ha votato a favore dell’annullamento del taglio dei vitalizi approvato nel 2018: chi ha votato per lo stop
E’ stata annullata la delibera votata dal Parlamento nel 2018 per il taglio dei vitalizi. E’ quanto accaduto ieri sera nella Commissione Contenziosa del Senato. Tre i voti a favore del ritorno allo stato delle cose pre taglio, due quelli contrari. Da quanto riferisce La Repubblica, il sì sarebbe arrivato dal presidente della commissione Giacomo Caliendo e da due membri tecnici: Gianni Ballarini e Giuseppe Della Torre; ad essersi espressi per il no, invece, i leghisti Simone Pillon e Alessandra Riccardi (ex Ms5).
Proprio il Movimento 5 Stelle aveva fatto dello stop ai vitalizi uno dei suoi cavalli di battaglia ed ora grida allo scandalo. Lo fa con i big come il ministro degli Esteri Luigi Di Maio che su Facebook tuona contro chi “pensa di gioire” ed invece”non ha capito nulla”. Gli interessi da tutelare, scrive l’ex capo politico del movimento, è quello “dei cittadini italiani che hanno sofferto per mesi gli effetti di questa pandemia”. Di Maio, inoltre, assicura che non c’è nessuna intenzione di ripristinare i vitalizi.
Governo da questo punto di vista unito visto che contro l’annullamento del taglio dei vitalizi si schiera anche il segretario del Partito Democratico. Nicola Zingaretti parla di “scelta insostenibile e sbagliata”: “La cassa integrazione è in ritardo – scrive su Twitter – e si rimettono i vitalizi. Non è la nostra Italia”.
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Taglio Vitalizi, i sostenitori del No: “Ripristinato lo stato di diritto”
Ma perché la delibera era da annullare e chi ha avanzato la richiesta in Commissione? A rispondere è Maurizio Paniz, ex parlamentare e rappresentante di circa mille tra ex senatori ed ex deputati. Paniz è convinto che con il voto in commissione si sia “ripristinato lo Stato di diritto” parlando di delibera “ingiustificata” in quanto gli interventi di riduzione possono avvenire soltanto in presenza di cinque requisiti, nessuno dei quali rispettato in questo caso.
Ora gli ex parlamentari si dovranno vedere risarciti gli arretrati, mentre il Senato può impugnare il provvedimento e rivolgersi al Consiglio di giurisdizione di palazzo Madama.
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