Wanda Nara denunciata al Codacons: il motivo è legato alle figlie – VIDEO

La moglie di Icardi Wanda Nara è stata denunciata al Codacons. Il motivo è legato ad alcuni video pubblicati dalle figlie in atteggiamenti non idonei

Wanda Nara è stata denunciata dal Codacons. Clamorosa la notizia delle ultime ore, che vede nuovamente al centro del gossip la moglie dell’ex capitano dell’Inter Mauro Icardi. Il motivo è legato ad alcuni video presenti sui profili social della showgirl argentina, che vedono le due figlie Francesca e Isabella che si truccano. Le bambine, si legge nella nota ufficiale, “sono truccate  come donne adulte, con marchi di estetica in evidenza che potrebbero realizzare una forma di pubblicità occulta“. La denuncia alla Nara è arrivata al Garante della Privacy e a quello dell’infanzia a causa dell’uso illecito di immagini di minori. I video girano da tempo sulla pagina Instagram della modella, ed hanno convinto il Codacons a passare alle vie legali. Sulla pagina Instagram di Wanda Nara sono state diffuse foto in cui bambini vengono utilizzati per pubblicizzare un brand (lo stesso usato da Wanda) con pose e atteggiamenti idonei a ledere l’immagine del minore ed il sentimento dei minori che vedono tali foto” si legge nella nota

Ecco uno dei video pubblicati dalla showgirl:

https://www.instagram.com/tv/CBshuIyKVxW/?utm_source=ig_embed

Denuncia Wanda Nara, la pericolosa tendenza delle baby star

wanda nara costume
Wanda Nara in costume (Instagram)

Wanda Nara non è la prima ad aver ricevuto una denuncia per lo stesso motivo. Già in passato è toccato a Fedez e Chiara Ferragni ma non solo. Quello delle baby star sui social è un fenomeno che sta crescendo sempre di più, diventando una tendenza pericolosa. Adesso il dito è puntato contro la coniuge Icardi, accusata dal Codacons che ha definito inaccettabile parlare di gioco. Successivamente, il Codacons ha chiesto ai noti colossi social Facebook e Instagram la rimozione di tutti i post in cui Wanda Nara ha pubblicato “immagini idonee a ledere i diritti dei minori”, appellandosi a numerosi articoli della Costituzione italiana, della Convenzione di New York e delle Regole di Pechino.

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