Aumento della benzina nonostante la quotazione del petrolio sia sostanzialmente invariata. La protesta del Codacons e dei consumatori
Aumento della benzina nei distributori italiani, sia nella versione “servito” che in quella self service. Un brutto colpo per gli italiani che, tornati in strada dopo il lockdown hanno affrontatao quest’amara sorpresa. Era infatti dal mese di aprile che il “verde” così come il gasolio non sfondassero quota 1,4 al litro, come accaduto negli ultimi giorni.
Eppure trattasi di un aumento anomalo. La materia prima, il petrolio, infatti è ormai stabile da settimane attorno ai 40 dollari al barile per quanto riguarda il Wti; ecco perché non poche perplessità hanno destato questi aumenti da parte di tutte le aziende di carburanti presenti sul territorio nazionale.
Stando alle elaborazioni di Quotidiano Energia, con i dati comunicati al Mise, la verde servita costa in media 1,547 euro al litro, con il prezzo che oscilla tra 1,551 e 1,613 euro al litro per le pompe con il logo. Per quanto riguarda il diesel invece i prezzi al servito sono di circa 1,433 euro al litro, con punte fino a sfiorare 1,5 euro a litro (1,498) per le pompe “di marca”.
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Aumenta la benzina: l’ira del Codacons
Il rincaro dei prezzi della benzina non hanno affatto gradito il Codacons che si è subito scagliato contro questa decisione ritenuta ingiustificata. Secondo l’organismo infatti, l’aumento deriverebbe solo dall’aumento delle auto in strada dopo la fine del lockdown e l’inizio della Fase 3. L’aumento, secondo il Codacons, danneggia solo ulteriormente la collettività, con tanto di ripercussioni negative anche sui prodotti che vengono trasportati, come quelli alimentari.
Anche l’Unione dei Consumatori si è scagliata, partendo all’attacco. Secondo L’UNC su un pieno di 50 litri di carburante in un mese vi è un rincaro di circa 93 centesimi sul verde ed 83 per il diesel. Proiettando i dati sull’anno, stiamo a 22,3 euro per la benzina e 20 euro per il gasolio.