Forse il suo sogno più grande, forse qualcosa di inavvicinabile e irraggiungibile fino a pochi anni fa. Malala Yousafzai, attivista pakistana, si laurea ad Oxford e dopo il premio Nobel per la Pace del 2014 raggiunge, più che un sogno, una lotta, una conquista, il diritto di essere istruita, di essere Donna, di essere al mondo e di volerlo assaggiare in tutte le sue parti. A soli 22 anni si è laureata all’università di Oxford in un corso, iniziato nel 2017, che comprendeva materie di insegnamento filosofico, politico ed economico. Malala è il simbolo di una resistenza sublime, quasi dolce, se non delicata. Che esplode poi a colpi d’istruzione e di libertà del proprio essere.
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Dall’attentato al Nobel: i sogni di Malala passano dalla sofferenza
Quando si raggiunge qualcosa di inaspettato e di lontano, che quasi sembra un miraggio o già una sconfitta solamente a pensarlo, la gioia è incontenibile. Non quella di Malala che, prima di arrivare ad alcuni traguardi, ha sofferto. E quando la sofferenza incontra, sul proprio cammino, tanta luce e splendore, si sa… le parole non escono più, forse nemmeno servono, dimenticato anche il linguaggio. Ed è successo anche a Malala che su Twitter ha dichiarato di non saper esprimere la sua gioia per questo altro passo della sua vita. Passo che arriva dopo il premio Nobel per la Pace del 2014 e dopo essere scampata, nel 2012 in Pakistan, a un attentato dei talebani, che volevano eliminarla in quanto simbolo della lotta per l’istruzione. Salvata poi dai medici nel Regno Unito. Ciò che evince da questi processi è la vittoria dell’inclusione e dell’istruzione, che dovrebbe essere un bene, comune e per tutti.
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Hard to express my joy and gratitude right now as I completed my Philosophy, Politics and Economics degree at Oxford. I don’t know what’s ahead. For now, it will be Netflix, reading and sleep. 😴 pic.twitter.com/AUxN55cUAf
— Malala (@Malala) June 19, 2020