Una ricerca effettuata sulle acque di scarico di tre città ha fatto registrare tracce di Coronavirus nell’acqua risalenti a mesi fa, antecedenti al primo paziente certificato.
Emergono dati preoccupanti da una ricerca svolta all’ Istituto Superiore di Sanità in collaborazione con Smat, l’azienda torinese addetta all’analisi delle acque. Secondo i risultati di test effettuati, infatti, è emerso che il Coronavirus circolasse nelle acque piemontesi, lombarde e emiliane già molto tempo prima del primo paziente arrivato in ospedale. Test che certificano come il Covid fosse presente in Italia già tante settimane prima della fine di febbraio, quando sono iniziati i primi contagi, e conseguentemente i primi ricoveri, da Coronavirus.
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Test Coronavirus nell’acqua: cambia tutto?
La ricerca è stata condotta dal Reparto di Qualità dell’Acqua e Salute del Dipartimento di Ambiente e Salute dell’Istituto Superiore di Sanità. Lo studio è stato intrapreso in collaborazione con Elisabetta Suffredini del Dipartimento di Sicurezza Alimentare, Nutrizione e Sanità pubblica veterinaria.
L’analisi ha fatto emergere risultati preoccupanti, che svelano come in Italia il virus circolasse già dalla fine dello scorso anno. Dei 40 campioni di acqua analizzati 14 si sono rivelati positivi, e interessano le aree di Torino e Milano. Bologna è l’altra grande città coinvolta: ma le acque del centro emiliano sono state “registrate” positive a fine gennaio 2020. Tutti i campioni di novembre e ottobre, invece, hanno dato esito negativo. La prima positività che riguarda il capoluogo piemontese è datata invece al 18 dicembre.
A testimonianza del fatto che il Coronavirus fosse arrivato nel nostro paese mesi prima del primo paziente ricoverato in un centro ospedaliero. Una ricerca, questa sulle acque, che potrebbe contribuire a svelare quando e come il virus sia effettivamente giunto in Italia.
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