Si terranno a Roma, nelle prossime settimane, gli Stati Popolari. Un “convegno” lanciato da Aboubakar Soumahoro, che abbraccerà soprattutto le “diversità”.
È il sindacalista che, oggi più che mai, sta facendo tanto “rumore”. È Aboubakar Soumahoro. A lanciare, direttamente da Villa Doria Pamphili, gli Stati Popolari. Un convengo (come da lui definito) che prenderà piede nelle prossime settimane, a Roma, e che abbraccerà una grossa fetta della popolazione italiana. Il sindacalista ivoriano, naturalizzato italiano, lancia il grido di lotta dopo aver ottenuto, nella giornata di ieri (16 giugno 2020), l’incontro con il premier Giuseppe Conte. Incatenatosi volontariamente, per una feroce protesta e per lo sciopero della fame e della sete con tanto di #nonsonoinvisibile, per quasi dieci ore, ad una panchina dell’entrata di Villa Pamphili sulla Via Aurelia Antica. Finché, intorno alle 17.00 del pomeriggio (qualche minuto in più), è stato ricevuto direttamente dal Presidente del Consiglio al tavolo degli Stati Generali. Una volta varcata la porta ha presentato la sua di proposta: Gli Stati Popolari.
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Filiera agricola, lavoro regolare, immigrazione e lotta al razzismo. Questi sono i temi portati dal sindacalista USB davanti al premier Conte. Quest’ultimo, afferma Soumahoro davanti la telecamera di Blog Live, ha preso con entusiasmo e porterà sul “tavolo del lavoro” la proposta della “Patente del cibo”: uno strumento che deve garantire ai cittadini di sapere dove è stato prodotto quello che mangiano e se dietro ci sia o meno lo sfruttamento delle braccia dei braccianti, se non degli esseri umani stessi. Appena messo i piedi fuori dalla grande Villa, che ospita degli Stati Generali, Aboubakar è tornato dalla sua panchina, dalla sua gente e anche davanti la telecamera di Blog Live annunciando Gli Stati Popolari: un convengo che prenderà piede nella capitale italiana (ancora non si sa bene il luogo).
IL VIDEO INTEGRALE DELLA DICHIARAZIONE DEGLI STATI POPOLARI ALLE TELECAMERE DI BLOG LIVE
Quello che sappiamo è che sarà uno spazio aperto per dar voce alle “diversità”, soprattutto sessuali come sottolinea il sindacalista una volta libero dalle catene, che si trovano all’interno dell’uomo e della donna stessa, concetto prezioso ma, purtroppo, ampiamente maltrattato negli ultimi anni. Parleranno anche giovani, disoccupati, precari. Quella grossa fetta di popolazione che, sempre secondo Aboubakar, non si riconosce nella “distanza e nell’isolamento” degli Stati Generali e che per questo motivo, anche in risposta a quest’ultimi, prende parte e sposerà il progetto degli Stati Popolari. A Roma, nei prossimi giorni (caldi non solo per l’estate) prenderà il via un vero e proprio scontro politico. Non ci resta che attendere.
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