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“Il Vigile” con Alberto Sordi, le scene censurate nel 1960

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FrancescoDV

Tra i ruoli più noti di Alberto Sordi, che oggi avrebbe compiuto 100 anni, c’è “Il Vigile”. Nel 1960 il film subì la censura.

Considerato uno dei più grandi e versatili attori della storia del cinema italiano Alberto Sordi era nato nel 1920, il 15 giugno. Ricorre oggi il suo centenario, celebrato in tutto il paese per rendergli omaggio. Sordi è oggi considerato l’attore romano che più di tutti ha incarnato lo spirito complesso ed eterogeneo della grande commedia italiana.

Aveva quarant’anni quando, nel 1960, recitò da protagonista nel film di Luigi Zampa “Il Vigile”. È ricordata come una delle sue interpretazioni più riuscite e famose. Non a caso una parte significativa dell’iconografia dell’attore romano lo ritrae con la divisa indossata proprio su quel set. Non tutti ricordano tuttavia che proprio quel film, nell’Italia dei primi anni Sessanta, subì la censura della commissione di revisione cinematografica.

“Il Vigile” raccontò la storia di un padre di famiglia rimasto senza lavoro, Otello Celletti, che desidera ardentemente far parte delle forze dell’ordine. Favorito per caso dal gesto eroico del suo giovane figlio – un bambino che salva un compagno di giochi – Celletti ottiene la possibilità di lavorare come vigile urbano motociclista. Una serie di malintesi porta il protagonista a scontrarsi con il sindaco fino a diventare egli stesso un simbolo e persino il candidato della classe politica avversaria.

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“Il Vigile”, la censura nei primi anni Sessanta

Alberto Sordi (Getty Images)

Zampa prese ispirazione per il film da una vicenda di cronaca reale, pur chiedendo di differenziare la sceneggiatura abbastanza da non incorrere in problemi. Un vigile multò per un sorpasso il questore di Roma, che lo accusò di aver avuto un comportamento intransigente e irragionevole rispetto alle circostanze a suo dire totalmente prive di rischi. Ne scaturì una lunga polemica sulla stampa nazionale, in cui emersero tra le altre cose dettagli poco edificanti sullo stile di vita dei familiari del vigile.

In quel contesto il film “Il Vigile” andò in sala ma soltanto dopo aver subìto la censura, in particolare in riferimento a una scena poi reintegrata in una versione restaurata (uscì nei primi anni Duemila). In quella scena il figlio del vigile Celletti esclamava “È un’ingiustizia”. Riceveva in risposta da sua madre la frase “È meglio che ti ci abitui da piccolo, alle ingiustizie, perché da grande non ti ci abitui più”. La commissione di revisione cinematografica intervenne per eliminare quella scena, ritenuta pericolosa per la corretta “educazione civica” dei minori di 16 anni.

La commissione ritenne inoltre opportuno intervenire per censurare una seconda scena, “in quanto offensiva della morale”. L’amante segreta del sindaco, interpretata da Mara Berni, appariva “in abiti succinti” sul letto durante una telefonata.

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