Rimane altissima la tensione, tra la Nato e Mosca, nello spazio aereo, soprattutto dopo l’annessione della Crimea da parte di Mosca.
La tensione e il rischio incidenti, tra arei della Nato e quelli di Mosca, sopra le nostre teste, rimane altissimo. Soprattutto nella zona del Mar Mediterraneo dopo l’annessione della Crimea da parte di Mosca. Un chiaro esempio, però, di una situazione sotto controllo, è quello dello scorso mercoledì, 10 giugno, quando al largo dell’Alaska gli intercettori Usa hanno accompagnato due squadre di bombardieri nucleari russi lontano dai confini dello spazio aereo statunitense. Finte, provocazioni, intimidazioni dal web, scontri accesi da una piccola miccia e poi messi a tacere dalle fonti ufficiali. Il balletto tra Nato e Mosca non si arresta facilmente quando si parla di spazio e tensione area. Il Norad (Comando della difesa del nord America) ha fatto sapere che tutto si è svolto nella completa tranquillità del caso. Se poi, di tranquillità, si può sempre parlare in merito a questioni di portata mondiale e militare.
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Le due “frazioni geopolitiche” rassicurano sui loro movimenti aerei e sulla tensione che venutasi a creare col tempo. Ma il rischio incidenti è sempre, se non all’ordine del giorno, dietro l’angolo. In particolare è l’Est dell’Europa la regione su cui il balletto di incontri, avvistamenti e confronti è intenso. Secondo le cifre fornite da un anonimo ufficiale della Nato a Radio Free Europe, nel solo 2019 le occasioni in cui i caccia Nato si sono alzati per intercettare aerei russi ai limiti dello spazio aereo dell’Alleanza sono state 290.
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