L’Austria mette al bando i voli low cost: mentre si parla delle riaperture delle frontiere dopo il coronavirus, fissato un prezzo minimo per i biglietti
Niente più voli low cost: è la svolta, tutt’altro che piacevole, dell’Austria. Il governo federale ha fissato in circa 40 euro il prezzo minimo per i biglietti aerei. Un tariffa che deriva da una nuova e più elevata tassazione: la scelta, secondo quanto spiegato dalle autorità austriache, sarebbe da attribuire a motivi legati all’ambiente e all’equità sociale. Le polemiche però non mancano, soprattutto perché – almeno secondo una prima analisi fatta dal Corriere della Sera – l’aumento dei prezzi riguarderebbe Ryanair e Wizz Air, ma non EasyJet, compagnia che ha una sua base a Vienna.
Vediamo nel dettaglio come e perché i voli low cost non saranno più possibili in Austria. Nella nuova normativa del governo in tema di tasse per i biglietti aerei, si è deciso di introdurre un’unica tariffa di 12 euro, eliminando quella legata alla lunghezza della tratta (andata da 3,5 a 17,5). Ma non è tutto: la nuova tassazione prevede anche un aggravio di 30 euro per voli inferiori ai 350 chilometri.
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Inoltre è stato anche fissato un costo minimo del biglietto che non potrà essere inferiore a tasse e diritti previsti dalla legge. La nuova normativa non quantifica il prezzo minimo, anche se ha parlato in maniera generica di circa quaranta euro. Una cifra che, numeri alla mano, andrebbe a penalizzare principalmente due compagnie aeree low cost: Ryanair e Wizz Air, entrambe con tariffe medie inferiori a quelle imposte dal governo austriaco. Non cambierebbe molto, invece, per EasyJet che in media ha un costo dei biglietti maggiore ai 40 euro. Ad ogni modo la decisione dell’Austria farà sicuramente discutere e si inserisce in un quadro in cui i voli low cost sono sempre più nel mirino.
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