Razzismo: sulla scia delle proteste a favore dei diritti dei neri un’azienda svizzera costretta a ritirare il suo dolce dal mercato. Il nome “Moretto”, infatti, è stato giudicato discriminatorio.
In America e in molti altri paesi del mondo imperversano i movimenti di protesta per la morte di George Floyd. L’uccisione dell’afro americano, avvenuta la settimana scorsa, ha dato vita a proteste a favore dei diritti dei neri in ogni angolo del pianeta. Negli Stati Uniti non sono mancati scontri tra manifestanti e le forze dell’ordine: solo a New Orleans sono stati fermati e denunciati oltre 400 civili. In molti casi la situazione è sfuggita al controllo della polizia e mentre nel mondo si marcia a favore dei diritti dei neri sbandierando lo slogan “Black lives matter“, un’azienda dolciaria svizzera si è vista costretta alla rimozione dal mercato un suo prodotto considerato “discriminatorio”.
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Razzismo: il dolce viene ritirato dal mercato
Praticamente in Sivizzera una catena di supermercati ha interrotto la vendita di questi dolci per via del loro nome e delle proteste anti-razzismo #Moretti pic.twitter.com/IHxmnGeMZQ
— ✝Io✝️ (@sexlessal1en) June 11, 2020
Sembra una storia degna dei migliori siti di satira invece è la realtà dei fatti. La catena elvetica di dolciumi Dubler si è vista costretta a ritirare dagli scaffali dei supermercati nazionali uno dei suoi dolci più rappresentativi, dal nome “Moretti” o “Teste di moro”. La ditta di supermercati Micros ha così deciso di sospendere le vendite di questo prodotto, finché continuerà a essere chiamato così. Il motivo? Il nome, in lingua originale Mohrenkopf, sarebbe a sfondo razziale. Così il prodotto a base di wafer e cioccolato, prodotto dal 1946, è stato tolto dagli scaffali dei supermercati Micros. La catena ha così motivato la sua decisione: “Abbiamo deciso di rimuovere il prodotto dalla gamma. L’attuale dibattito ci ha spinto a rivalutare la situazione. Siamo consapevoli che questa decisione porterà anche a discussioni“. Il tutto a seguito di polemiche e discussioni nate su Twitter.
Che sia la “fine” anche per l’Amaro Montenegro e la Birra Moretti?
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