Assegno universale da realizzare entro l’anno, congedi parentali potenziali, detrazioni fiscali per incentivare la natalità, bonus per musei, cinema, teatro e corsi di lingua per bambini. Queste alcune delle previsioni del Family Act.
Prevista la possibilità di assentarsi da lavoro per la malattia di un figlio percependo comunque una retribuzione parziale. Il congedo per i neopapà per almeno 10 giorni diventa obbligatorio nei primi mesi di vita del bambino.
Il Governo, nell’adozione dei decreti che dovranno attuare la riforma, deve prevedere che le misure vengano applicate in modo universale ai nuclei familiari con figli. Questo avverrà sulla base di criteri di progressività che si andranno a basare sull’applicazione di indicatori della situazione economica equivalente. L’importo dell’assegno verrà determinato tenendo conto del numero dei figli. Le attività educative e di apprendimento dei figli, anche se non formale, ricevono il riconoscimento del loro valore sociale. Saranno individuate misure apposite al momento dell’attuazione della riforma. Si tratterà di agevolazioni fiscali come deduzioni e detrazioni d’imposta per le spese sostenute dalle famiglie. Possono essere anche disposte delle somme di denaro a scopo vincolato.
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Family Act: misure a favore della parità di genere e altre previsioni
Previste anche misure atte ad incentivare il lavoro femminile e a conciliarlo con la vita familiare attraverso varie misure, prima tra tutte l’assegno universale.
Il Governo dovrà provvedere all’adozione entro il prossimo 30 novembre di un decreto legislativo che introduca l’assegno universale e riordini le misure di sostegno previste per i figli a carico. Occorrerà rispettare il principio di universalità che attribuisce l’assegno in una quota base indistintamente a tutti i nuclei familiari con uno o più figli, cui si aggiunge una quota variabile per scaglioni Isee.
Occorrerà tener conto anche dell’età dei figli a carico nella determinazione dell’importo dell’assegno, previsto a partire dal settimo mese di gravidanza, fino al 18° anno di età di ciascun figlio. Fanno eccezione i figli disabili, per cui non sussistono limiti di età.
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