L’algoritmo per la Serie A non piace a nessuno: pronto il “piano B” di quello che, sulla carta, era già un “piano C”. Le parole di Gravina
Il piano B, il piano C e ora il piano B del piano C. L’algoritmo per la ripresa della Serie A non piace e allora il calcio continua a riflettere su cosa fare nel malaugurato caso in cui dovesse esserci un ritorno del coronavirus mettendo a rischio la chiusura del campionato. Prima si era parlato di playoff, il famoso piano B, ma è una soluzione che non riscuote molto successo. Ecco perché si è iniziato a pensare a un possibile piano C, quello inizialmente previsto nel caso – al momento davvero remoto – in cui dovesse saltare tutto fino a settembre. Per giorni si è parlato dell’algoritmo proposto dal presidente Gravina ma è una soluzione davvero cervellotica, che non ha convinto nessuno.
Ecco perché torna in auge la soluzione di una classifica finale cristallizzata sulla sola base della media punti, ovvero il rapporto fra punti in classifica e partite giocate moltiplicato poi per le 38 partite del campionato. Insomma, alla fine fra tutti i piani vincerebbe il piano D, se proprio salta tutto. Ma siamo ancora nel puro campo delle ipotesi. Per ora si gioca e, se tutto va bene, si giocherà fino alla fine.
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Oltre a questo ormai famigerato algoritmo che sta spaccando in due la Serie A c’è anche la questione riapertura degli stadi sul tavolo della discussione. Ne ha parlato anche il presidente della FIGC, Gabriele Gravina, che a ‘Il Mattino’ ha spiegato un po’ i motivi di questa sua posizione, portata avanti con convinzione: “L’algoritmo sarà ispirato a un principio di equità e buon senso, con l’obiettivo di assegnare i titoli sul campo. Non mi piace cristallizzare la classifica senza considerare le gare che restano”. Una battuta anche sulla possibile riapertura degli stadi al pubblico: “Spero si possano riaprire già in estate, anche in maniera parziale. Sarebbe una straordinaria iniezione di fiducia e di entusiasmo”.
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