Una scena particolarmente violenta nel “King Kong” degli anni Trenta andò perduta. Nel 2005 Peter Jackson la ricostruì in stop motion.
Fresco del successo clamoroso raggiunto con la Trilogia del Signore degli Anelli, il regista neozelandese Peter Jackson diresse un atteso remake di “King Kong”. Il King Kong di Merian C. Cooper, uscito nel 1933 e considerato uno dei più famosi film classici in bianco e nero, aveva già avuto un primo remake nel 1976. Ci avevano recitato tra gli altri Jeff Bridges e Jessica Lange, ma fu soprattutto per merito dell’italiano Carlo Rambaldi, vincitore dell’Oscar per gli effetti speciali, che quel film ebbe un relativo successo.
Il “King Kong” di Peter Jackson – in programma stasera in tv su Italia 1, alle 21:20 – fu molto più fedele all’originale. L’ambientazione e la collocazione temporale dell’opera rimasero identiche a quelle del film degli anni Trenta. Nell’incontaminata e sconosciuta isola di Skull Island un regista indipendente cerca materiale per girare un documentario. E scopre un territorio popolato da aborigeni selvaggi e spaventose bestie primitive.
Nella parte di Ann Darrow, l’attrice rapita da Kong, recitò Naomi Watts. Del cast fecero parte attori tra i più conosciuti e pagati degli anni Duemila: Adrien Brody, Jack Black, Jamie Bell. Anche in virtù della popolarità del suo acclamato regista, “King Kong” ottenne un grande successo di pubblico. Vinse tre premi Oscar, tra cui quello per i migliori effetti speciali.
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Nella scrittura e nella produzione del remake del “King Kong” di Merian C. Cooper, Peter Jackson dimostrò un’attenzione maniacale e devota. Tutta la storia procede seguendo di pari passo quella dell’opera originale, senza sostanziali trasgressioni. E in merito a un fatto noto e specifico riguardo al primo “King Kong” Jackson fu ancora più certosino.
Molto del materiale girato da Merian C. Cooper nel 1933 andò perduto dopo essere stato scartato in fase di produzione. Diversi filmati, tra cui le scene di lotta tra Kong e tre triceratopi, non rientrarono nella versione finale perché giudicati superflui o troppo violenti. Una delle scene più violente in assoluto fu quella in cui un ragno gigante uccide alcuni membri della troupe approdata a Skull Island.
Peter Jackson fu in grado di ricreare quella scena avvalendosi di alcuni appunti e disegni originali. Utilizzò la tecnica dello stop motion, impiegata da Cooper nel film originale. L’intera sequenza ricreata finì poi nei contenuti speciali del DVD di “King Kong” del 2005.