La manifestazione simbolica organizzata dal Centrodestra il 2 giugno si è trasformata in un assembramento senza mascherine e senza distanze di sicurezza.
Nelle scorse settimane il Centrodestra ha indetto una manifestazione per il 2 giugno, il giorno in cui si festeggia la festa della Repubblica. Tuttavia la protesta silenziosa ed organizzata dei partiti di destra si è trasformata in un assembramento gigante. Non si rispettano le distanze di sicurezza all’interno del corteo e ben presto cominciano urla e cori. Insomma la manifestazione degenera, con la problematica dell’assembramento che si è venuto a creare.
Al centro della manifestazione c’è un tricolore di più di 500 metri, questo per comunicare a tutti che l’Italia non si arrende. Prima che i leader di partito possano parlare, interviene Azione libera Italia con Danilo Cipressi. Quest’ultimo sfoga la propria rabbia su Conte, sulle istituzioni, sui media e sulla polizia. Tutti colpevoli, a detta di Cipressi, di aver bloccato la libertà e il paese. Uno dei suoi uomini, inoltre, minaccia i giornalisti muniti di telecamere di non fare domande continuamente.
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Dopo l’intervento di Cipressi è il turno dei leader di partito, primo fra tutti Salvini. Circondato da giornalisti e telefonini che lo riprendono rivendica la possibilità di manifestare come fece la sinistra il 25 aprile. Giustifica la manifestazione del centrodestra durante il 2 giugno con la presenza del tricolore. Continua dicendo che non sta sfilando un partito, bensì è una protesta contro le misure del governo. Nonostante l’appello di Giorgia Meloni a seguire la manifestazione sui social, moltissimi hanno risposto all’appello di Salvini per partecipare.
Giorgia Meloni, sempre coperta dalla mascherina, guarda con preoccupazione il corteo. Nessuno si aspettava una risposta così massiccia da parte della popolazione. Di Forza Italia rimane solo Antonio Tajani nel corteo, dopo che Annamaria Bernini e Licia Ronzulli si sono allontanate dall’assembramento. Partono anche cori carichi di insulti contro Conte, ma vengono subito fermati dai capi di partito e convertito in cori per la libertà e per nuove elezioni.
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