Passaporti sanitari, in audizione il ministro degli Affari Regionali Francesco Boccia si schiera apertamente contro i passaporti sanitari, dichiarandoli incostituzionali
Passaporto sanitario? Andate a rileggere l’articolo 120 della Costituzione: una Regione non può adottare provvedimenti che ostacolino la libera circolazione delle persone. Senza troppi giri di parole, il ministro degli Affari regionali Francesco Boccia “boccia” il passaporto sanitario, ipotesi paventata per permettere gli spostamenti tra regioni. “Se gli scienziati hanno detto che i passaporti sanitari non ci sono, non ci sono – ha detto il ministro in audizione alla Commissione Federalismo fiscale della Camera. “Se le regioni ripartiranno, ripartiranno senza fare distinzioni sul profilo dei cittadini di ogni regione, se siamo sani ci muoviamo, non esiste una distinzione tra cittadini di una città rispetto all’altra.”
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Nel corso dell’audizione, il ministro Boccia si è soffermato sulle regioni del nord, in particolare la Lombardia, che hanno vissuto il dramma. “Le province lombarde di Bergamo, Brescia, Cremona, Lodi e quella di Piacenza in Emilia Romagna “hanno vissuto un’ecatombe, il resto del Paese un dramma. Non paragonerei quelle province al resto d’Italia”
Sul sistema di monitoraggio: “Funziona bene, lo abbiamo condiviso con tutte le Regioni e ogni settimana abbiamo il termometro della pandemia. Nel monitoraggio sono compresi 21 indicatori diversi che compongono un algoritmo condiviso dai tecnici del ministero e delle Regioni. Mi dispiace per la polemica con l’Umbria, ma la valutazione non deve incidere sulla ripartenza delle Regioni. I dati arriveranno al ministero della Salute entro domani e si faranno valutazioni rigorose. La priorità assoluta resterà sempre la protezione della salute, e il rilancio dell’economia è la priorità delle priorità.”