Bonus 600 euro autonomi bloccato: un piccolo errore di stampa sta frenando l’elargizione del bonus ai lavoratori autonomi. I dettagli
Bonus 600 euro per gli autonomi bloccato per un semplice errore di stampa nella pubblicazione del Decreto Rilancio in Gazzetta Ufficiale. Sembra una barzelletta ma non lo è affatto, soprattutto per mezzo milione di professionisti iscritti alle Casse previdenziali private in attesa.
A bloccare il tutto è il numero 78, inserito per errore nell’articolo 86 del Dl Rilancio a pagina 88 della Gazzetta Ufficiale. Nella norma viene indicato come non siano cumulabili le indennità agli articoli 84,85, 78 e 98 tra loro; non lo sono poi con l’indennità del Cura Italia articolo 44 e con l’assegno di invalidità.
L’articolo 86 indica come un professionista non possa più incassare l’indennità prevista per il mese di aprile e maggio, per un totale di 1.200 euro, qualora abbia già ricevuto i 600 euro una tantum relativi al mese di marzo. Ma il suddetto va in contrasto con l’articolo 78 del Decreto Rilancio che indica come il governo abbia stanziato oltre un miliardo per corrispondere ai lavoratori anche i 600 euro relativi alle mensilità di aprile e maggio.
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Il Sindacato Cronisti Romani ha già segnalato l’errore al Quirinale evidenziando anche la possibilità di trovare una soluzione. Sarebbe sufficiente pubblicare sulla Gazzetta Ufficiale un’errata corrige in cui venga depennato l’articolo 78 ed il riferimento ad esso collegato, dall’articolo 86 perché evidentemente in contrasto.
Il numero 78 è stato posto non rispettando nemmeno la numerazione crescente degli articoli, ulteriore segnale dell’errore commesso e dell’estraneità dello stesso. Corretto in Gazzetta Ufficiale l’errore, potrà essere emanato il decreto interministeriale dai ministri di Mef e del Lavoro che non uscirà in G.U. ma solo sul sito online del dicastero. In questo modo anche gli autonomi iscritti alle casse di previdenza private potranno usufruire del bonus da 600 euro per aprile e maggio.
Non è però l’unico errore messo in evidenza nel Decreto Rilancio, una riforma che muove una quantità di denaro pari a due Leggi di Bilancio, come aveva ammesso il premier Conte. Ricordiamo come questa sia nata tra mille compromessi e litigi all’interno della stessa maggioranza.