Il prof Giuseppe Di Bella attacca le riviste scientifiche e dichiara: “alcune grandi riviste scientifiche pubblicano dati falsi per compiacere le case farmaceutiche”.
Un vero e proprio terremoto potrebbe scatenarsi in queste ore in seguito alle dichiarazioni del professor Giuseppe Di Bella. Il figlio del luminare Luigi Di Bella, intervistato ai microfoni di Radio Radio, ha cercato di far luce sul complicato rapporto tra verità scientifica e pubblicazioni sulle riviste scientifiche. Le dichiarazioni di Di Bella hanno subito fatto scalpore, riaprendo una polemica a dir poco atavica: “L’unica verità scientifica è pubblicata sulle riviste? Non è vero ed è stato smentito in maniera radicale da personaggi autorevoli sia dal punto di vista scientifico che dal punto di vista etico. Come ad esempio il premio Nobel per la medicina Randy Schekman che ha detto ‘alcune grandi riviste pubblicano unicamente se i risultati sono conformi al loro fatturato'”.
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE >>> Gli effetti del caldo sul Coronavirus: una ricerca dell’università di Harvard smentisce clamorosamente le indiscrezioni degli scorsi mesi
“L’accusa di Sheckman è grave – spiega Di Bella – ma arriva da una fonte autorevole che ha denunciato questi limiti. Ma non finisce qui. Horton, editore capo di Lancet, ha scritto che almeno il 50% dei dati pubblicati dalle riviste scientifiche e successivamente utilizzati per registrare i farmaci, sono falsi. Alcune di queste riviste sono di proprietà di multinazionali del farmaco”. Un’accusa diretta e senza mezzi termini che accende nuovamente la polemica sul rapporto tra la scienza e le riviste scientifiche, oggi più che mai sotto la lente d’ingrandimento
IL VIDEO DELL’INTERVISTA COMPLETA
POTRESTI LEGGERE ANCHE >>>Dal 3 giugno si potrà tornare a viaggiare all’estero ma a condizioni diverse a quelle pre Covid-19: dall’app di tracciamento ai tamponi, tutto ciò che serve per le vacanze