Giornata luttuosa per l’Inter che proprio oggi festeggia di 10 anni dallo storico triplete: è morto l’ex allenatore Gigi Simoni.
Una bruttissima notizia che, parzialmente, spegnerà l’entusiasmo dei tifosi nerazzurri in questo giorno di celebrazioni per il decennale dal Triplete. E’ morto infatti Gigi Simoni, ex allenatore dell’Inter rimasto nel cuore dei tifosi nerazzurri. Simoni aveva guidato la squadra meneghina nella stagione 1997-1998, annata conclusa tra le polemiche a causa del famosissimo scontro tra Ronaldo e Iuliano in quell’Inter-Juve che consegnò lo scudetto alla squadra bianconera. Simoni aveva 81 anni e si è spento dopo un anno dall’emorragia celebrale che lo colpì il 22 giugno 2019, quando venne ricoverato d’urgenza all’ospedale Cisanello di Pisa. Da quel giorno in poi la sua famiglia ha mantenuto l’assoluta riservatezza sull’ex allenatore nerazzurro, fino a qualche mese fa, quando la moglie è intervenuta allo scoperto per negare le fake news di una sua presunta morte. Lo scorso agosto, durante la prima partita di campionato dell’Inter di Conte disputata contro il Lecce, la Curva Nord nerazzurra ha esposto uno striscione che recitava: “La Curva Nord è vicina alla famiglia Simoni. Forza Gigi non mollare!”
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Morte Gigi Simoni, dalla salvezza con il Napoli alla Coppa Uefa con l’Inter
Dopo tanta gavetta fatta come allenatore, Gigi Simoni arriva ad allenare il Napoli nell’estate del 1996. L’avvio è positivo con i partenopei, e durante il periodo natalizio la sua squadra è al secondo posto in classifica alle spalle della Juventus. Subito dopo inizia un periodo buio in cui gli azzurri non vincono per 10 partite, scivolando nelle retrovie in classifica e portando all’esonero di Simoni ad aprile. L’anno successivo lo ingaggia l’Inter, con il presidente Massimo Moratti che gli regala una campagna acquisti record con Ronaldo come ciliegina. I risultati si vedono, l’Inter contende lo scudetto alla Juventus fino alla fine perdendo lo scontro diretto tra le polemiche. In compenso, vince la Coppa UEFA battendo 3-0 la Lazio grazie ad uno splendido Ronaldo, autore di una doppietta. Viene esonerato l’anno successivo, continuando la sua carriera per altri 7 anni prima di diventare dirigente.