A maggio di dieci anni fa l’Inter vinceva il Triplete: nove calciatori di quella squadra ne parlano stasera con Cattelan, su Sky.
La notte del 22 maggio 2010 l’allora capitano dell’Inter Javier Zanetti sollevò al cielo di Madrid la Champions League, un trofeo atteso dal club per quarantacinque anni. Diego Milito, Samuel Eto’o, Wesley Sneijder e Dejan Stankovic furono tra i protagonisti di una squadra formidabile, allenata da José Mourinho. Al portoghese, che poi lasciò l’Inter, sono ancora oggi attribuiti molti meriti di quelle vittorie.
Quell’Inter era unanimemente ritenuta una squadra piena di talento ma non di fenomeni. Alcuni di quei calciatori, come per esempio Sneijder, erano arrivati a Milano come “scarti” di altri top club d’Europa. Mourinho seppe costruire all’interno di quel gruppo lo spirito di squadra e di sacrificio necessari per ambire a vincere tutti i trofei in palio in quella stagione calcistica. L’Inter fu la prima squadra a riuscirci, avendo vinto nel 2010 anche la Coppa Italia, il 5 maggio, e lo Scudetto, undici giorni dopo.
Alcuni calciatori di quella rosa vincente parteciperanno stasera su Sky, alle 21:15, alla trasmissione condotta da Alessandro Cattelan “E poi c’è Cattelan”. Parleranno con lui, noto tifoso interista, e con l’ospite Ilaria D’Amico nove giocatori di quell’Inter del Triplete. In collegamento ci saranno oltre a Eto’o, Milito, Zanetti e Stankovic anche Esteban Cambiasso, Cristian Chivu, Marco Materazzi, Ivan Cordoba e Paolo Orlandoni. “EPCC LIVE” va in onda su Sky Uno, visibile al canale 108 oppure, via digitale terrestre, al 455.
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L’Inter di Mourinho e il Triplete
L’Inter della stagione 2009-2010 fu la prima squadra di calcio italiana a vincere in una stagione lo Scudetto, la coppa nazionale e la Champions League. Vinceva già da qualche anno e con merito in un contesto nazionale duramente segnato dai fatti dello scandalo Calciopoli, nel 2006. Quello vinto a maggio del 2010 fu il quinto Scudetto consecutivo, il quarto sul campo. José Mourinho era al suo secondo anno da allenatore dell’Inter, dopo aver preso il posto di Roberto Mancini all’inizio della stagione 2008-2009.
Mourinho fu in grado di costruire una squadra solidissima e tenace intorno ad alcuni calciatori definiti “scarti di talento” in un lungo articolo sul Guardian, che ripercorre i successi di quel gruppo. In Champions League l’Inter superò la fase a gironi grazie a una fondamentale vittoria in rimonta a Kiev contro la Dinamo. Nelle successive fasi eliminatorie batté il Chelsea, il CSKA Mosca e il Barcellona di Leo Messi e Guardiola.
La finale si giocò allo stadio Santiago Bernabeu a Madrid, il 22 maggio. Di fronte all’Inter c’era il Bayern Monaco, squadra allenata da Louis van Gaal e in cui giocavano, tra gli altri, i fortissimi Arjen Robben e Thomas Muller. Grazie a due gol di Milito, uno nel primo e l’altro nel secondo tempo, l’Inter conquistò per la terza volta nella sua storia il più ambito trofeo calcistico d’Europa. Erano trascorsi 45 anni dall’ultima volta, e allora si chiamava Coppa dei Campioni.
Nel corso di quella notte Mourinho rimase a Madrid e non rientrò a Milano con la squadra. Le immagini del suo abbraccio con Materazzi all’esterno della stadio, entrambi in lacrime, circolarono moltissimo. Poco tempo dopo il Real Madrid ufficializzò il suo accordo con Mourinho.