Bambole gonfiabili al posto dei tifosi sugli spalti: l’idea del Seoul per le partite a porte chiuse causa Covid-19.
Nelle ultime ore la squadra FC Seoul, una delle più illustri e vincenti nella storia del calcio sudcoreano, è finita su molti giornali e siti di news per una controversa iniziativa. Durante una partita di campionato contro il Gwangju la squadra di casa ha rispettato l’obbligo di giocare a porte chiuse. Anche in K-League, il principale campionato di calcio del paese, l’emergenza coronavirus ha imposto una serie di rigide misure di contrasto alla diffusione del virus.
Agli spettatori è vietato l’accesso all’interno degli stadi. E tutti i giocatori, gli addetti e i membri degli staff tecnici delle squadre devono mantenere una minima distanza interpersonale per evitare contagi. È anche obbligatorio indossare mascherine protettive per tutti tranne che per i calciatori impegnati in campo durante la partita.
Per evitare che circolassero immagini desolanti tratte da riprese televisive degli spalti completamente vuoti alcune squadre si sono attrezzate diversamente. Hanno pensato di occupare alcuni seggiolini sugli spalti con dei manichini. È un’idea proposta anche da certe squadre in Bielorussia, l’unico paese in cui il campionato di calcio non abbia subìto interruzioni a causa della Covid-19. I tifosi che avevano acquistato comunque i biglietti hanno anche ottenuto di vedere il loro volto stampato e sovrapposto sulla faccia di alcuni manichi.
FORSE POTREBBE INTERESSARTI >>> Paura del Covid 19: si ritira a sorpresa l’ex calciatore del Milan
Durante la partita contro il Gwangju sugli spalti del Seoul World Cup Stadium non si sono visti i soliti manichini. Le versioni femminili erano bambole gonfiabili, collocate nella parte più bassa degli spalti e più vicina al campo.
Il Seoul ha commentato le immagini sostenendo che si sia trattato di un malinteso con il fornitore. La tesi è poi stata messa in dubbio da alcuni media locali, che hanno fatto notare il testo di uno striscione posto vicino alle bambole gonfiabili. Nello striscione è citato un noto sito coreano di contenuti video per adulti, prova del fatto che l’iniziativa potrebbe essere parte di una campagna promozionale volontaria e non un imprevisto.