Alexander Parsons, 8 mesi, è la vittima più piccola della sindrome di Kawasaki, probabilmente legata al coronavirus: l’appello della mamma al governo
Coronavirus e sindrome di Kawasaki, ancora un morto. Si allunga l’elenco delle vittime della ancora poco chiara sindrome infiammatoria che colpisce i bambini. Alexander Parsons, 8 mesi, è la più piccola vittima del Regno Unito dovuta alla malattia di Kawasaki, sindrome sulla quale si sta indagando la possibile correlazione con il coronavirus. Una vicenda drammatica quella del piccolo deceduto lo scorso 25 aprile. Soltanto oggi il suo caso è divenuto di dominio pubblico, con l’appello della mamma al Governo: “Ascolti gli esperti e finisca di giocare con la vita delle persone – il richiamo all’esecutivo britannico – altrimenti altre famiglie si ritroveranno nella nostra situazione”.
Una situazione drammatica, con settimane a cercare di capire cosa stesse accadendo al piccolo Alexander. Tutto inizia nei primi giorni di aprile. Prima un’eruzione cutanea, poi febbre alta e linfonodi ingrossati. La prima diagnosi è parotite, ma si aggiunge anche il vomito e il 7 aprile arriva la sentenza: morbo di Kawasaki. Una sindrome rara che in questo periodo di coronavirus però sta registrando un aumento dei casi. Nonostante le cure, le condizioni del bambino peggiorano: il 24 aprile un controllo rivela arterie ingrossate, la presenza di liquido e vari aneurismi coronarici. Il giorno dopo c’è il decesso, il quinto ufficiale da malattia di Kawasaki da quando c’è l’emergenza coronavirus.
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Un altro decesso quindi per la sindrome di Kawasaki ad aggravare l’allarme lanciato dall’Oms sulla correlazione con il coronavirus. Una relazione ancora tutta da dimostrare mentre il numero di casi continua a crescere. Nelle ultime settimane si sono registrati cinque decessi: tre negli Stati Uniti e uno in Francia, oltre a quello del piccolo Alex. Anche in Italia ci sono decine di segnalazioni di bambini con la sindrome infiammatoria simile a quella di Kawasaki. Una buona notizia arriva da Napoli dove ieri è stato dimesso un bambino dopo oltre dieci giorni di cura. Il ricovero si era reso necessario per sintomi riferiti ad una tempesta di chitochine, una sindrome da risposta infiammatoria multisistemica simile alla malattia di Kawasaki.
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