Paolo Torsani, per tutti Paolino, noto ristoratore romagnolo, si sfoga ai microfoni di BlogLive.it. C’è malcontento per la situazione dei ristoranti a causa del Decreto Rilancio.
A Misano è un’istituzione: Paolo Torsani, per tutti Paolino, con i suoi locali ha animato la Romagna tra cibo e birra. Ora però la situazione è completamente cambiata: la chiusura forzata per il lockdown dovuto al coronavirus e la conseguente crisi economica ha messo in ginocchio l’intero settore. Le misure contenute nel Decreto Rilancio non sembrano poter risollevare chi ha investito denari e salute nella ristorazione. Lo spiega in maniera molto appassionata Paolino, titolare di ‘Hochey’ e ‘La Birra di Paolino’, intervistato in esclusiva da BlogLive.it: “C’è tanta voglia di ripartire ma purtroppo non ci sono le condizioni. E non parlo soltanto della politica, parlo di umanità. Hanno fatto il lavaggio del cervello alle persone: la pandemia ancora deve arrivare, si vedrà più avanti. La paura ti rimane dentro: passeggi per strada e la gente ti scansa”.
Un problema a cui si aggiungono le difficoltà economiche e il problema del protocollo da rispettare per ripartire: “Non si capisce niente. Già se si riaprisse senza regole come prima, sarebbe difficile. Puoi immaginare con le nuove regole cosa può succedere. Ma tanto per farti un esempio: in alcune Regioni hanno assunto altre persone per fare i controlli. Si capisce a quale periodo andremo incontro”.
Periodo di grande sofferenza, anche perché si procede ancora a tentoni: “Lunedì dovremmo ripartire e anche i professionisti non sanno niente. E’ tutto a rischio. Qua se un tuo collaboratore prende il Covid, sei perseguibile penalmente. Ad ogni dipendente devi far firmare un foglio dove dichiara di non avere problemi, serve misurare la temperatura ogni giorno… ma dove andiamo a finire? Tutta questa burocrazia che porta qualcosa a qualcuno e distrugge gli altri. Anche chi ha riaperto dice che manca la materia prima: è tutta una catena. Se tu non vai a lavorare, non puoi avere soldi per i vizi: il ristorante lo è, è un lusso. Non si riuscirà a riaprire e non è una questione di riduzione dei posti: non ci sarà la gente che potrà andare a mangiare fuori”.
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I ristoratori contro il Decreto Rilanco, Paolino: “Gli italiani diventeranno cattivi”
Ovviamente grande importanza all’aspetto economico: “Dovevano bloccare tutto: acqua, luce, gas, contributi. Stamattina mi ha chiamato il ragioniere che dovevo dare seimila euro di contributi: non pago niente! Ho bloccato tutto: qui non si paga più niente a nessuno, non ci sono soldi e non è giusto pagare tutte queste cose. Sono loro che ci hanno fatto chiudere, non ho nessuna colpa io. Ormai siamo in dittatura. Dovevano annullare tutti i costi, dalle bollette ai contributi e alle varie imposte, non farceli pagare più avanti. Invece ci hanno dato un altro debito: in tre mesi devo pagare 95mila euro. Non può essere un avvocato o un filosofo a decidere su un ristorante: ma cosa ne capisce!”.
I provvedimenti del Governo non convincono Paolino che sbotta: “Con la crisi che c’è in giro hanno pensato al bonus vacanze: ma chi ci va in ferie, serve il lavoro! Dai libertà agli imprenditori di dare il lavoro alla gente che ha voglia, lasciali liberi. Hanno dato solo contentini che porteranno alla distruzione. Vedremo tra un po’ quello che succederà, per me c’è il rischio che succeda qualcosa. L’italiano finché ha il piatto a tavola sta anche zitto, ma se inizia a mancare diventa cattivo e sono guai”.
E la situazione è davvero complicata come racconta Paolo Torsani: “Ai miei dipendenti li voglio aiutare ma non ho i soldi: gli ho aperto il frigorifero, ho detto prendete quello che volete. La gente non ha capito che il peggio deve ancora venire. Alla mia famiglia ho detto: dimenticatevi di quello che eravamo e di cosa avevamo. E’ come se fossimo nati ora”.
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