Epatite E, trovato nuovo virus che passa dai topi all’uomo

Da Honk Hong arriva l’allarme per un ceppo del virus dell’Epatite E capace di passare dai topi all’uomo

Dai topi all’uomo, senza capire come: i ricercatori di Honk Hong da almeno due anni cercano spiegazione ad alcuni casi di Epatite E riscontrata nell’uomo. Un ceppo diverso da quello umano. Si tratta, infatti, della specie di virus fin qui individuata nei ratti. Il passaggio di specie – che fa venire in mente quello dai pipistrelli all’uomo avvenuto per il coronavirus – desta ovviamente preoccupazione, anche perché sono molte le domande ancora inevase. La principale è anche quella che servirebbe a limitare l’infezione: come avviene il passaggio del ceppo di Epatite E dai ratti all’uomo?

Tutto ha inizio nel 2018 quando all’Università di Honk Hong arriva il caso di un paziente con in atto un’infezione da Epatite E, senza che nel sangue si riscontrasse la presenza del ceppo umano del virus. Da qui sono partiti i ricercatori: modificato il test, sono riusciti ad individuare nell’uomo tracce del ceppo dell’Epatite E dei topi. Da allora si sono registrati altri 10 casi di questo tipo, ma la convinzione degli studiosi è che siano molti di più. Può capitare, infatti, che chi ha contratto l’Epatite E non ne sia consapevole, con sintomi leggeri. Il rischio è per chi ha un’immunità indebolita: per questi pazienti i rischi sono alti.

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Epatite E, dai ratti all’uomo: virus nascosto in Europa

virus epatite E
Un topo: allarme per il passaggio all’uomo del ceppo dei ratti dell’Epatite E (Getty Images)

L’ultimo positivo all’Epatite E dei topi è stato individuato il 30 aprile e sconcerta gli scienziati. Nella sua casa non sono stati trovati topi o escrementi di ratti e nessun altro membro della sua famiglia ha mostrato sintomi. Inoltre i dati sconfessano la teoria che il rischio maggiore ci sarebbe in aree dove è maggiore la presenza di topi.

Un rompicapo, come il mezzo con il quale il virus è riuscito a passare dai ratti all’uomo. La convinzione dei ricercatori è che, oltre agli 11 casi individuati, molti altri siano latenti. Soprattutto in Europa dove soltanto lo scorso anno è stato redatto un protocollo per la diagnosi di Epatite E che non tiene però in considerazione il ceppo dei ratti. Un buco nella ricerca secondo Siddharth Sridhar, uno dei ricercatori che ha scoperto il passaggio di topi all’uomo. Il rischio, in alternativa, è che il virus si propaghi e metta in pericolo, ancora una volta, le persone più deboli.

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