La nuova pubblicità Lavazza con il discorso di Chaplin ne ‘Il Grande Dittatore’ incendia il dibattito sui social
Una nuova umanità, basata su progresso, sostenibilità e tolleranza: questo il messaggio lanciato dalla pubblicità Lavazza. Un inno alla tolleranza che si trasforma però nell’esatto contrario. Sui social è polemica rovente per la nuova reclame dell’azienda italiana con commenti critici da una parte e difese accese dall’altra. Un dibattito che ha portato l’hashtag #lavazza in cima alle tendenze italiane.
Ma cosa c’è nella pubblicità Lavazza che ha provocato questa reazione? La campagna, firmata da Armando Testa, vede susseguirsi una serie di immagini realizzate da Steve Mccurry, Dennis Stock e Jerome Sessini. In sottofondo ci sono le note di Ezio Bosso e della sua ‘Rain, in your black eyes’ ad accompagnare il discorso di Charlie Chaplin nel film ‘Il Grande Dittatore’. Un discorso in inglese con sottotitoli in italiano: monologo che parla di un “mondo nuovo” senza “confini e barriere” privo di “avidità, odio e intolleranza”. Un mondo in cui “dovremmo godere soltanto della felicità del prossimo, non odiarci e disprezzarci l’un l’altro”.
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Polemiche sulla nuova pubblicità Lavazza e il discorso di Charlie Chaplin
Un discorso incentrato sulla tolleranza, un invito a combattere per un mondo più giusto. Concetti però sono stati molto criticati su Twitter. “Spot gender e multicolor” cinguetta un utente ed un altro definisce la pubblicità della Lavazza “un inno alla ridicolaggine e al becerume mondialista” aggiungendoci anche un “Vergogna”. Per chi critica la pubblicità Lavazza c’è anche chi la difende: “La campagna più bella del momento. Profonda, positiva, emozionante senza essere retorica” scrive un utente ed un’altra ringrazia Charlie Chaplin: “era già avanti nel 1940”.
Grazie Charlie Chaplin eri già avanti nel 1940, e grazie alla #lavazza che in un semplice spot smonta i sovranisti che non vedono al di là del proprio naso e della propria ignoranza anno 2020 pic.twitter.com/qj8MbChLgf
— Susy🌻 (@susy_juve) May 7, 2020
Le pubblicità #Lavazza sono da sempre opere d’arte, in primis le foto dei calendari commissionate ai più grandi fotografi di tutti i tempi. Chi critica probabilmente ha su il calendario con la fotomodella nuda che ammicca in camera e con due dita si tiene aperte le grandi labbra.
— MaurizioAlba (@MaurizioAlba) May 7, 2020
Gli spot pubblicitari in tempo di #Covid19 sono pura istigazione alla sociopatia, con tutta quella indigesta melassa fatta di retorica, patetismo e patriottismo di cartapesta. Il peggiore è quello della #Lavazza, un inno alla ridicolaggine e al becerume mondialista. Vergogna.
— Paolo Sizzi (@granlombard) May 6, 2020
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