Il fiume Sarno era tornato ad avere acque limpide durante le settimane di chiusura totale dovuta alla quarantena da Coronavirus. Sono bastate 24 ore dall’inizio della fase 2 per farlo intorbidire nuovamente.
Un decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 14 aprile 1995 ha dichiarato lo stato di emergenza per il fiume Sarno. Lo annuncia la Protezione Civile. La situazione socio economica ambientale nel bacino idrografico è spaventosa.
Lo stato iniziò ad aggravarsi irrimediabilmente nel 1973 con il progetto speciale di risanamento del Golfo di Napoli.
Una vecchia storia di degrado
L’alta densità di popolazione e la presenza sul territorio di attività economiche fortemente inquinanti hanno creato una situazione ambientale precaria. Tutto ciò costituisce un ostacolo per lo sviluppo dell’area. Lo stato grave di degrado ambientale infatti, richiede massicci interventi di riqualificazione per far ripartire lo sviluppo socio-economico.
Tra questi ricordiamo: il completamento del nuovo sistema depurativo del Sarno, la realizzazione delle reti fognarie dell’ intero bacino, i relativi lavori di dragaggio e bonifica dei sedimenti del fiume stesso, nonché l’attuazione di interventi ad hoc sulle aziende presenti per contenere l’impatto sull’ambiente.
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Fiume Sarno torna nero in 24 ore
Il fiume Sarno è uno dei fiumi più inquinati non solo d’Italia ma di tutta l’Europa. Lungo 24 km, attraversa ben 39 comuni. Il suo corso coinvolge una popolazione che sfiora 1 milione di abitanti.
Negli ultimi 50 giorni in cui vi è stato il lockdown a causa del Coronavirus le sue acque sono tornate ad essere cristalline. Non cantava comunque vittoria l’attivista Michele Buscè, presidente delle “sentinelle ambientali”.
Infatti aveva dichiarato che solo chi non conosce l’inquinamento del Bacino Idrografico del Fiume Sarno nella sua totalità poteva dirsi soddisfatto. Asserire che la qualità delle acque sia migliorata a tal punto di dire che l’emergenza Covid-19 abbia ridato di nuovo vita al Sarno è una falsità.
L’attuale situazione del fiume Sarno sembra dargli ragione. A sole 24 ore dell’inizio della Fase 2, il fiume si è tinto di nero.
Ciò che era sembrata una rivincita della natura si è trasformata invece nell’ennesima delusione a causa dell’intervento umano.
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