Nel giorno dell’avvio della Fase 2 in cui tanto si parla di congiunti e affetti stabili, c’è una certezza: il ministro dello Sport Spadafora e la Serie A sono in una relazione complicata.
Il messaggio pubblicato ieri su Facebook dal ministro dello Sport Spadafora ha fatto irritare i presidenti delle squadre di Serie A che vorrebbero fare ripartire il campionato. O quanto meno provarci, cercando di aspettare il momento giusto per farlo, nel rispetto della salute dei calciatori e diminuendo al massimo il rischio di contagi.
“Leggo cose strane in giro ma nulla è cambiato rispetto a quanto ho sempre detto sul Calcio: gli allenamenti delle squadre non riprenderanno prima del 18 maggio e della ripresa del Campionato per ora non se ne parla proprio. Ora scusate ma torno ad occuparmi di tutti gli altri sport e dei centri sportivi (palestre, centri danza, piscine, ecc) che devono riaprire al più presto!».”
Il Corriere dello Sport ha dedicato a Spadafora una prima pagina piuttosto dura. Un fotomontaggio in cui incappucciato con tono minaccioso vuole bucare un pallone con un coltello. Il direttore Ivan Zazzaroni scrive che Spadafora vuole a tutti i costi chiudere anticipatamente la Serie A. Secondo Zazzaroni, Spadafora in questi giorni starebbe ripetendo in giro che è pronto a chiudere il campionato con un DPCM creato appositamente. E i due presidenti di Serie A contrari alla ripresa che non nomina ma che molto probabilmente sono quello del Brescia Cellino e quello del Torino Cairo, lo stanno raccontando con malcelata soddisfazione ai loro colleghi.
Il problema da risolvere per la ripartenza degli allenamenti di gruppo, almeno quelli prima di potere pensare al campionato e alle partite, è trovare un punto di incontro tra il Comitato tecnico-scientifico e la Figc sul protocollo. Quel famoso protocollo che deve stabilire dei punti sui quali proprio non si riesce a trovare un accordo.
Secondo gli scienziati, come scrive la Gazzetta dello Sport, per riprendere a giocare il livello di trasmissione del contagio deve scendere sotto la soglia di sicurezza di 0,2. Soglia che permetterebbe tra l’altro di riaprire i viaggi da una regione a un’altra. In caso contrario c’è la possibilità di giocare al Centro o al Sud, ma in caso di positività di un calciatore ci sarebbe uno stop definitivo. Ed è questo il problema che sembra a questo punto irrisolvibile. Nei prossimi giorni si capirà qualcosa in più.
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