Giacomo Poretti, gli effetti del coronavirus e lo spettacolo sugli infermieri

L’attore comico Giacomo Poretti ha raccontato al Corriere della Sera la sua esperienza con il coronavirus: «Un mattino non sono riuscito neppure a svitare la moka del caffè».

Giacomo Poretti, attore comico famoso del trio Aldo, Giovanni e Giacomo, ha raccontato in un’intervista al Corriere della Sera la sua positività al coronavirus. E di come sia stato difficile superarlo.

Un nemico invisibile che per fortuna è stato sconfitto. Ecco il suo racconto: «Una mattina per la stanchezza non sono riuscito neppure a svitare la moka del caffè, per darti l’idea di come mi sono sentito». Giacomo non è stato il solo in famiglia a risultare positivo al coronavirus, anche la moglie Daniela è stata colpita. La loro esperienza ha confermato come il coronavirus sia statisticamente più pericoloso per gli uomini: «Le donne reagiscono meglio, sono davvero sempre più forti di noi».

Giacomo Poretti
Giovanni Storti, Giacomo Poretti e Aldo Baglio alla presentazione dell’ultimo film “Odio L’Estate” (Getty Images)

Giacomo Poretti: dai successi degli anni ’90 ai progetti per il futuro

Aldo, Giovanni e Giacomo sono stati un’icona degli anni ’90. E continuano a essere un punto di riferimento per i giovani di allora. I loro sketch e le loro battute sono pane quotidiano anche su Facebook, dove ad esempio la pagina “Inserire in qualsiasi discorso le frasi dei film di Aldo Giovanni e Giacomo” conta più di 250mila follower.

Tra l’altro proprio in questo periodo di isolamento forzato in casa, il trio aveva deciso di fare un regalo ai fan. Reduci dal successo di Odio l’estate, il loro ultimo film, hanno caricato ogni settimana uno spettacolo in versione integrale sul canale YouTube ufficiale, fruibile in modo completamento gratuito.

Giacomo Poretti, nell’intervista al Corriere della Sera, ha inoltre provato a parlare di qualche progetto per il futuro. In particolare uno spettacolo sul suo passato da infermiere: “Chiedimi se sono di turno”. «Non so quando potremo ripartire, ma mi piacerebbe farlo continuando la mia tournée negli ospedali. Sarà un modo per stare vicino a tante donne e tanti uomini che hanno vissuto settimane intere in trincea, ad affrontare un nemico sconosciuto e a doversi occupare di persone malate che, oltre a questo, sono rimaste separate dai loro affetti».

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