Al via la fase 2 dell’emergenza coronavirus : 4 milioni e mezzo di italiani tornano a lavoro e si allentano alcune restrizioni. Da Milano a Napoli cosa accade in tutta Italia.
Si riparte, piano, ma si riparte: è iniziata oggi la fase 2 dell’emergenza coronavirus. Prime restrizioni allentate e soprattutto quattro milioni e mezzo di italiani chiamati a tornare a lavoro. Lunedì 4 maggio era atteso da molti ed è arrivato: qual è la reazione delle città alla nuova fase? Da Milano a Napoli le strade si presentano un po’ più affollate ma senza grandi assembramenti. In generale poco traffico, autobus e metropolitane che non presentano al momento grandi criticità, nessun particolare problema da registrare. Tutto sembra filare liscio per l’inizio della fase 2 in cui gli italiani – come affermato dal premier Conte – sono chiamati a dimostrare responsabilità.
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Fase 2 Coronavirus, si parte: folla in stazione a Milano, controlli al Sud
La partenza della fase 2 segna quindi una svolta per l’intera Italia nella lotta al coronavirus. A Milano tutto procede regolarmente, se si eccettua qualche inevitabile coda in stazione, dovuta ai controlli. Qui questa mattina è partito il primo treno con circa duecento persone a bordo diretto verso Sud. E’ proprio il nodo treni è uno dei più critici della fase 2: previsti controlli alle stazioni di arrivo, come la misurazione della temperatura. Passaggi fondamentali per riuscire a rintracciare eventuali positivi.
Inevitabile anche qualche coda in più in strada: a Torino piccole code ai semafori, stessa scena anche a Milano ed anche a Napoli la tangenziale appare più trafficata rispetto ai giorni precedenti. Scene nella norma anche a Palermo e a Bari: inevitabile un po’ di macchine in più per strada senza però i temuti eccessi.
Le prime ore della fase 2 quindi sembrano non creare particolari grattacapi: importante cosa accadrà nei prossimi giorni per capire la direzione da intraprendere. Riuscire a mantenere sotto controllo il contagio significa avere ulteriori aperture, al contrario sarà possibile un passo indietro, anche a livello regionale e non più nazionale.
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