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The Last Dance, Dennis Rodman: Madonna e le follie con i Chicago Bulls

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Mauro Piro

Protagonista assoluto nei Chicago Bulls al fianco di Michael Jordan e uomo dalle mille vite: le follie di Dennis Rodman, protagonista di “The Last Dance” su Netflix.

Per raccontare di lui e delle sue gesta non basterebbe un libro e, forse, nemmeno un’intera Serie TV a lui dedicata. Perché Dennis Rodman non è stato soltanto un comprimario dei Chicago Bulls di Michael Jordan, magistralmente narrati in “The Last Dance”, docu-serie disponibile in streaming su Netflix. Dennis Rodman è molto di più. Cestista eccezionale, personaggio eccentrico, uomo capace di scrivere la storia, con e senza la palla a spicchi tra le mani. I due nuovi episodi della stagione, il 3° ed il 4°, rilasciati proprio in queste ore, fanno un focus sugli alti e bassi della carriera del gigante che vestiva la canotta numero 91 dei Chicago Bulls. Ma sono tante altre le storie della vita del rimbalzista statunitense che meritano di essere approfondite.

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Dennis Rodman e le pazzie ai tempi dei Chicago Bulls

Da atleta introverso a icona pop degli Stati Uniti: il cammino di The Worm è stato molto tortuoso e fitto di episodi controversi. Celeberrima la relazione tra Rodman e Madonna. Nel 1994 i due formarono una coppia tra le più chiacchierate al mondo, nota soprattutto per alcuni episodi a dir poco controversi. Non ultimo quello raccontato dall’atleta classe 1961 ai microfoni di The Breakfast Club: “Madonna mi disse che se l’avessi messa incinta mi avrebbe dato 20 milioni di dollari. Una volta, mentre stavo giocando a dadi in un casinò di Las Vegas, mi chiamò dicendomi ‘sto ovulando, sono a New York a casa mia, raggiungimi’. Ha mandato un aereo privato a prendermi in aeroporto, sono andato a casa sua, ho fatto ciò che dovevo e sono tornato a Las Vegas a giocare a dadi”.

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L’amicizia con Kim Jong Un: rapporto molto controverso

Meno nota, ma non meno importante, l’amicizia tra Dennis Rodman ed il dittatore nordcoreano Kim Jong Un, sul quale ci si interroga in queste ore. I due eccentrici personaggi si erano conosciuti diversi anni faper scelta del dittatore asiatico, da sempre appassionato di Basket NBA. In maniera assolutamente naturale, tra i due è nata una stretta relazione, così raccontata da Rodman: “Della Corea del Nord non sapevo nulla – ha spiegato a BleacherReport – Kim mi ha invitato nel suo paese ed abbiamo trascorso tre giorni insieme, facendo di tutto: sci, pesca, nuoto, come due amici qualunque. Di Basket abbiamo parlato poco ma lui mi ha detto ‘per te le porte sono sempre aperte’. Da allora sono tornato diverse volte in NordCorea. Sbaglio ad andare perché è una dittatura? Secondo me, negli USA degli anni ’60, c’erano molte più ingiustizie”. Semplicemente “The Worm” Rodman: un personaggio fuori dagli schemi.

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Un’analisi sulle straordinarie giocate in campo del fenomeno dei Bulls.

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