Boss scarcerati per Coronavirus, il DAP rilascia anche Zagaria

Fa discutere il problema dei boss scarcerati per decisione del DAP e mandarli agli arresti domiciliari per motivi di età e salute poiché sarebbero più soggetti al Coronavirus

Il problema dei boss scarcerati per decisione del DAP (Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria) in questi giorni è un argomento sotto i riflettori e genera dibattito.

Per far fronte all’emergenza Coronavirus e scongiurare nelle carceri contagi e ulteriori tumulti dopo quelli delle scorse settimane, alcuni detenuti appartenenti ai clan mafiosi andranno agli arresti domiciliari.

Ad oggi 34 uomini d’onore hanno fatto ritorno alle proprie dimore.

Tra i boss scarcerati per decisione del DAP e già a casa ci sono Ciccio La Rocca del clan dei Caltagirone (82 anni), condannato per omicidio ed associazione mafiosa; Pino Sansone, ai vertiti dopo l’era di Totò Riina; Santo Porpora, due condanne ed oltre 10 anni ancora da scontare; Francesco Bonura, condannato a 23 anni per associazione mafiosa.

La lista tende ad aggiornarsi per le numerose richieste pervenute al Ministero della Giustizia. Tra queste anche quella di Raffaele Cutolo, don Rafè, boss della camorra, in galera da oltre 40 anni.

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DAP, boss scarcerati: Giletti furibondo a “Non è l’Arena”

Massimo Giletti DAP Zagaria Cutolo
Massimo Giletti DAP Zagaria Cutolo

La situazione sembra essersi ulteriormente inasprita dopo la scarcerazione della mente economica dei Casalesi, Pasquale Zagaria, decisa dal tribunale di Sassari. Il pregiudicato, detenuto in regime di 41 bis, graverebbe in precarie condizioni di salute dovute ad un tumore.

La regione Sardegna non potrebbe garantirgli il follow up diagnostico e terapeutico dopo un’operazione che lo ha fortemente debilitato poichè l’ospedale più vicino è divenuto centro Covid.

Zagaria venne arrestato nel 2007 per aver pilotato l’aggiudicamento di appalti a ditte affiliate nel settore del cemento, trasferendo gli interessi di famiglia nella città di Parma.

Ulteriore sgomento è arrivato quando è trapelata la notizia che il boss sconterà i domiciliari a Pontevico, provincia di Brescia (una delle zone più colpite dal Coronavirus), presso l’abitazione della moglie. Lì potrà curarsi per i prossimi 5 mesi, fino alla data del 22 settembre.

Catello Maresca, sostituto procuratore di Napoli, alla trasmissione Non è l’Arena di Massimo Giletti, ha sottolineato tutto il suo rammarico. Fu lui a far arrestare Zagaria e a causa dei Casalesi vive sotto scorta da 12 anni.

Giletti, molto arrabbiato per ciò che sta accadendo, ha chiesto al magistrato se gli italiani avrebbero pagato per il trasferimento di tutti questi detenuti.

La risposta lascia sconcertati: “Temo di si ma su questo non hanno la certezza, so che molti stanno andando a casa e non avendo la disponibilità, è lo Stato che si fa carico di anticipare queste spese, così come le spese per la devastazione del carcere, i 23 e passa milioni di euro all’esito dei tumulti di marzo.”

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Le parole di Salvini e  Musumeci sulla decisione del DAP

Non si sono fatte attendere le reazioni delle figure politiche di spicco del paese sui boss scarcerati per decisione del DAP.

Matteo Salvini, leader della Lega ha così commentato: “Stanno uscendo pericolosi mafiosi. E’ un insulto alle vittime dei caduti della mafia. Una vergogna che va fermata dentro e fuori il Parlamento. Ricordo che il presidente Mattarella l’ha pagata sulla sua pelle la lotta alla mafia. Non è possibile che escano i mafiosi”.

Nello Musumeci, presidente della regione Sicilia ha dichiarato: “Esistono ragioni di sicurezza, di ordine pubblico e di buon senso per dire no al rientro di alcuni detenuti pericolosi nei luoghi dove vivevano e dove hanno commesso gravi reati. Ecco perché certe decisioni lasciano sbigottiti.”

Il DAP si difende sostenendo che si tratta di “un semplice monitoraggio, quindi, con informazioni per i magistrati sul numero di detenuti in determinate condizioni di salute e di età, comprensive delle eventuali relazioni inerenti la pericolosità dei soggetti, che non ha, né mai potrebbe avere, alcun automatismo in termini di scarcerazioni.”

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