Purtroppo, tutta l’Italia ha conosciuto Sarah Scazzi e il terribile fatto di cronaca che l’ha vista protagonista. Sarebbe quindi inutile ripercorrere la sua vicenda, anche perché la magistratura ha già condannato Sabrina Misseri, la cugina, e Cosima Serrano, la zia, alla pena dell’ergastolo proprio perché ritenute le reali artefici dell’assassinio della povera ragazza. Lo zio Michele, invece, è stato condannato ad 8 anni di carcere per soppressione e occultamento di cadavere.
A niente sono quindi valsi i tentativi di Michele Misseri di convincere i giudici della sua colpevolezza: è ormai opinione condivisa che Misseri abbia tentato di accollarsi la responsabilità del delitto solo ed esclusivamente per togliere dal carcere le “sue” donne. Insomma, l’omicidio di Avetrana ha dato luogo ad una trama intricata e grottescamente appassionante, e proprio ora che sembrava che le cose si fossero ormai chiarite, ecco che emerge un indizio che potrebbe rimettere in discussione tutto quanto.
Sappiamo bene che il corpo di Sarah Scazzi è stato trovato in un pozzo ben 40 giorni dopo la sua scomparsa. Il corpo, rinvenuto in uno stato di decomposizione, mostrava segni di corde ai polsi, come se prima di finire in quel posto fosse stato tenuto con le mani legate.
Ebbene, è proprio su questo dettaglio che potrebbe riaprirsi il caso, in quanto i segni di corde rinvenuti sui polsi di Sarah non sono mai stati menzionati da Michele Misseri, che invece aveva sempre posto l’attenzione sulla cintura stretta attorno al collo della vittima. Inoltre, dall’autopsia pare non vi sia alcuna traccia della cotoletta impanata che Sarah, a detta della zia Concetta, avrebbe mangiato poco prima di morire.
Qualcuno sta pertanto sollevando il dubbio che il corpo rinvenuto nel pozzo possa non essere quello di Sarah, tanto più alla luce del fatto che non è mai stato chiesto un esame del Dna da parte della famiglia (convinta, da un primo riconoscimento, che il corpo fosse proprio quello della ragazzina).