Prese a schiaffi la fidanzata fino a farla precipitare per terra e urtare la testa. Da quell’incidente la povera Anita Betata Rzepecka, 30 anni, non si riprese più, anzi, perse la vita nel giro di poche ore. Per questo motivo il gup del Tribunale di Bari Giovanni Anglana ha condannato a 10 anni di carcere il 44enne romeno Miriam Sima, accusato di aver maltrattato la compagna e di averle tolto la vita, seppur in maniera indiretta.
La donna sarebbe stata picchiata più e più volte, ma le botte subite l’8 luglio 2017 si rivelarono fatali: dopo aver ricevuto l’ennesimo schiaffone, Anita cadde sul pavimento sbattendo la testa e rimanendo priva di sensi per diverse ore. Ad accorgersi del corpo esanime della donna fu un coinquilino, che rientrando dal lavoro non ci pensò due volte a lanciare l’allarme. Peccato però che l’incidente fosse avvenuto circa 5 ore prima, per cui le condizioni di Anita si erano ormai compromesse.
Ma cosa causò la furiosa reazione di Miriam Sima? Dalla ricostruzione è emerso che l’uomo si fosse arrabbiato perché la fidanzata non aveva ancora lavato i piatti. I due vivevano insieme ad alcuni loro connazionali in un casale abbandonato di Bari. Appena due giorni prima di perdere la vita, Anita venne minacciata di morte da Miriam Sima, e a quanto sembra il motivo era ancora una volta legato ai lavori domestici.
Quel maledetto giorno, l’uomo era tornato a casa fradicio di alcol e, approfittando del fatto che in casa non ci fosse nessun altro se non la sua fidanzata, cominciò a trovare mille pretesti per scatenare una litigata con lei. Ad un certo punto l’avrebbe presa a schiaffi con una incredibile efferatezza fino a farla cadere a terra; caduta che causò poi un trauma cranico e il successivo decesso della donna. La povera Anita sarebbe rimasta senza sensi, stesa sul pavimento, per diverse ore, mentre il fidanzato, dopo averla massacrata di botte, se ne sarebbe andato nella sua camera come se nulla fosse.