Ogni tanto si torna a parlare dei ristoranti di Carlo Cracco, dei suoi menù e dei prezzi che vengono proposti al pubblico, ed ogni qualvolta ne nasce una vera e propria polemica. E la cosa è successa di nuovo: il ristorante che Cracco ha nella Galleria Vittorio Emanuele II a Milano è finito al centro dell’ennesima bufera mediatica, ed il motivo alla fine è sempre lo stesso: i prezzi esorbitanti delle portate.
Un napoletano che si trovava a Milano per lavoro ha deciso di andare a mangiare nel ristorante Cracco in piena Galleria Vittorio Emanuele. Mosso dalla curiosità ma attento anche a non spendere troppo, il tizio ha deciso di ordinare una pizza. Ebbene, non appena la pizza gli è arrivata, il cliente non ha nascosto di aver provato un “coccolone”, probabilmente per via delle dimensioni ridotte. Cosicché, evidentemente non sazio, ha deciso di ordinarne un’altra: “Siamo in due al tavolo – ha spiegato – quindi alla fine pago un conto di tre mini pizze, una coca, due caffè e una bottiglia d’acqua. Il totale? Ben 82 euro! La morale di questa storia…? Meglio che non la scrivo”.
Insomma, Ferruccio – questo il nome del cliente – è stato soltanto l’ultimo malcapitato nei ristoranti di Cracco; l’ultimo in ordine di tempo ad aver speso una fortuna per una cena tutto sommato mediocre (se non altro dal punto di vista delle quantità). La sua sfortuna tra l’altro è stata anche quella di essere arrivato da Cracco dopo la recente modifica dei prezzi del menù: la pizza margherita infatti costava 16 euro fino a poco tempo fa, mentre ora la stessa pizza ha un prezzo di 20 euro.
Molti però si schierano dalla parte del noto chef stellato e del suo ristorante: in fondo Ferruccio, così come tanti altri che vanno da Cracco e poi sollevano una polemica, avrebbe dovuto sapere che quel ristorante con quel marchio tutto poteva garantire fuorché “pancia piena e prezzi bassi”! E non sussiste nemmeno la scusa del caso-limite, visto che il pasto è stato degustato in pieno orario di pranzo dove la città brulica di locali aperti che propongono prezzi decisamente meno alti (pur mantenendo una certa qualità).