E’ a dir poco agghiacciante la vicenda che si è consumata a Krasnoyarsk, in Siberia, Russia. Qui un uomo, dopo una violenta lite, ha aggredito la giovane fidanzata dapprima picchiandola; dopo di che l’ha uccisa e le ha letteralmente strappato il cuore. Non soddisfatto, ha preso l’organo e l’ha mangiato a tavola come se nulla fosse, proprio come se si trattasse di una normale pietanza, tanto che a quel suo “piatto” ci aveva persino abbinato del vino rosso.
Alexey Yastrebov, 35 anni, è così stato condannato a 12 anni di carcere e al trattamento psichiatrico obbligatorio dal tribunale russo. I media hanno ricostruito per filo e per segno l’orribile episodio di cannibalismo, risalente ormai al marzo scorso.
Tutto è avvenuto nella casa che Alexey e la sua fidanzata condividevano da qualche tempo. Sembra che il 35enne abbia preso un coltello da cucina e si sia scagliato contro la 27enne Ekaterina Nikiforova, lasciandola in fin di vita in una pozza di sangue e continuando ad accanirsi su di lei con ben 129 coltellate. Dopo il delitto, l’uomo ha cavato il pomo d’Adamo dal corpo della donna, e vi ha poi estratto il cuore e un polmone; infine ha bollito il tutto in una pentola del suo cucinino e ha “degustato” la pietanza in una condizione di assoluta normalità.
In un attimo di lucidità, che gli è venuto proprio mentre stava mangiando, l’uomo ha avvertito la proprietaria dell’appartamento dicendole: “Contatta la polizia e un’ambulanza. C’è del sangue qui, e anche un cadavere!”. Alla polizia che gli ha poi chiesto conto di quanto fosse accaduto, il 35enne ha risposto: “Le avevo detto che avrei mangiato il suo cuore e così ho fatto”.
In Russia, ora come ora, c’è molta polemica per la condanna che è stata emanata per Alexey: la famiglia della ragazza e buona parte dell’opinione pubblica chiedevano quanto meno l’ergastolo.