Il Canada ha detto sì alla cannabis legale. Si tratta del primo paese del G7 a legalizzare la marijuana per uso ricreativo. Il Federal Cannabis Act, approvato dal Senato canadese soltanto martedì scorso, ha ricevuto il via libera da parte del Governatore generale Julie Payette e quindi ottenuto l’ok per la promulgazione.
La mossa del governo liberale guidato da Justin Trudeau fa fede a quanto lo stesso partito di governo aveva promesso in campagna elettorale, vale a dire la legalizzazione della marijuana anche per uso ricreativo. “Sono fiducioso del fatto che presto riconquisteremo una buona parte del mercato che fino ad oggi è quasi tutto rimasto concentrato nelle mani della criminalità organizzata”, ha detto il premier subito dopo l’approvazione della riforma.
Secondo il governo, la commercializzazione della marijuana dovrebbe riuscire a partire al massimo entro 12 settimane. Nel frattempo buona parte dell’opinione pubblica sta esultando per questa ennesima scelta che fa del Canada un Paese sempre più liberale e progressista, così come stanno stappando lo champagne le società che producono cannabis, che non a caso, dopo l’ok alla legge, hanno registrato forti guadagni in Borsa.
Ci sono però delle criticità, in quanto a detta di alcuni osservatori, la legge aprirebbe a una distribuzione troppo limitata per riuscire ad entrare in concorrenza con il mercato illegale; inoltre un sondaggio fatto tra gli imprenditori ha rilevato come moltissime imprese siano contrarie alla legge in quanto timorose degli effetti che questa legalizzazione finirà per avere sui loro dipendenti e, di conseguenza, sulla qualità del lavoro.
In ogni caso, ogni Provincia del Canada sarà libera di modellare la legge sulla base delle proprie esigenze e volontà. L’età minima per accedere alla cannabis legale, per esempio, è di 19 anni in tutto lo Stato tranne che in Alberta e in Quebec dove di anni ne bastano 18. Altre differenze concernono la quantità massima di erba di cui si può entrare in possesso, i luoghi in cui è permesso consumarla e i rivenditori abilitati alla commercializzazione, che in alcuni Stati potranno essere privati mentre in altri saranno gestiti direttamente dal governo.