Luigi Favoloso è uno dei concorrenti più in vista di questa edizione del Grande Fratello, e lo è per almeno due motivi: il primo, è che è entrato nella casa più spiata d’Italia in qualità di fidanzato di Nina Moric, e ne uscirà da scapolo (proprio così: è stato lasciato in diretta); il secondo motivo è che lui è divenuto in sostanza il capo branco, cioè quello che dirotta su Aida la peggiore forma di bullismo che possa apparire in tv (invitando tutti gli altri del gruppo a seguirlo).
Ma come se non bastasse, in queste ore si è aggiunto un terzo elemento che ci costringe a parlare ancora una volta di lui, e anche questo elemento è tutto fuorché nobile. Dopo aver definito la festa del 25 aprile come una festa “sbagliata”, facendo entrare la politica nella casa del Gf e per di più facendoci entrare anche una velata propaganda neofascista, Favoloso è finito nel mirino dell’opinione pubblica anche per via di un tatuaggio che fino a poco tempo fa aveva sul braccio destro. Tatuaggio che la comunità ebraica ha fatto notare e che il settimanale Nuovo ha portato alla luce, e che rappresenta né più né meno di un simbolo nazista.
Il tatuaggio, che Luigi Favoloso ha opportunamente fatto coprire prima di entrare nel reality di Canale 5, riprende il motto “Gott Mitt Uns”, ovvero “Dio è con noi”, utilizzato nel 1200 dai Re di Prussia e successivamente trasformato in slogan dalla Germania nazista (il regime di Hitler fece imprimere questa frase sulle fibbie dei suoi soldati). Il motivo per cui questo tatuaggio non si vede più, è perché Favoloso lo ha fatto coprire tatuandoci sopra una bandiera della Siria, ma la cosa ha comunque impressionato gli ebrei e, più in generale, coloro i quali sono giustamente suscettibili a un certo tipo di slogan. Dopotutto, quella frase non capita per caso se si considera che Favoloso è militante (ed è stato candidato alle elezioni) con il movimento neofascista di Casapound.
Tra l’altro, come hanno fatto notare dalla comunità ebraica, il fatto di aver ricoperto lo slogan nazista con una bandiera della Siria non funge da attenuante: “Che Favoloso abbia coperto la frase con una bandiera di un Paese come la Siria, tristemente noto per il suo regime sanguinario, non fa che aggravare le cose”.
Immagine tratta dal settimanale Nuovo