La questione ambientale continua a tenere banco all’interno dell’UE. La protezione delle foreste è la priorità e deve essere attuata vietando l’utilizzo dell’olio di palma per i biocarburanti e rafforzare la sorveglianza sulle catene di approvvigionamento. La proposta è arrivata da una delegazione, che ha richiesto alla Commissione Europa un’azione urgente e concreta verso le principali nazioni dove le palme sono diffuse, come Indonesia, Malesia e Costa Rica.
Dopo la votazione dello scorso aprile, il Parlamento Europeo aveva vietato le vendite di biocarburanti prodotti con oli vegetali entro il 2020 al fine di raggiungere i suoi obiettivi climatici, ma ancora la Commissione europea e gli Stati membri stanno valutando se e come ciò possa essere attuato.
Il dietrofront è stato notevole, in particolare nel sud-est asiatico, all’origine del 90% delle esportazioni mondiali di olio di palma, che viene utilizzato in centinaia di prodotti in vendita nei supermercati. L’olio di palma può anche essere miscelato con il diesel per alimentare i motori.
Alcuni politici influenti nei paesi produttori di olio di palma, molti dei quali sono strettamente legati all’industria, accusano l’UE di protezionismo commerciale, pensiero coloniale e minano gli sforzi di riduzione della povertà.
Ma le comunità indigene e le altre colpite in modo negativo dalle piantagioni utilizzate per la produzione di olio sollecitano l’UE a portare avanti il divieto e ad andare oltre, stringendo altri controlli sulla catena di approvvigionamento per prevenire danni alla loro terra, ai loro diritti e all’ambiente.