Lo scambio di accuse reciproche tra Matteo Renzi e Luigi Di Maio prosegue senza colpo ferire e trova slancio con il caso Rimborsopoli che ha travolto il Movimento 5 Stelle.
In un post su Facebook, l’ex premier e segretario Pd attacca Di Maio invitandolo a confrontarsi in un faccia a faccia televisivo: “A Di Maio dico c he se è davvero sicuro delle sue idee e del suo modo di fare, perché non si presenta in Tv in un dibattito pubblico all’americana? Attaccavi gli impresentabili ora che sei tu il capo degli impresentabili: accetta la sfida, almeno per una volta”.
“La politica – prosegue Renzi – si sofferma molto su rimborsi, scontrini e indennità. E ovviamente i Cinque Stelle attaccano il Pd. Più li prendi con le mani nel sacco, più si scagliano contro il Pd. Più hanno candidati di cui non vanno certo fieri e più attaccano il centrosinistra. Ce l’hanno solo e soltanto col Pd, chissà perché”.
Tornando sul caso Rimborsopoli, Renzi afferma che “il problema non sono i 23 milioni di euro che i 5 Stelle avrebbero restituito agli italiani”, anche perché “se intendono buttarla sui soldi, vinciamo sempre noi”. Renzi spiega infatti che è stato il suo governo, a guida Pd, ad eliminare il finanziamento pubblico ai partiti, sostituito con la donazione volontaria da fare in sede di dichiarazione dei redditi (il famoso 2×1000, per intenderci).
I dati quindi parlano chiaro: lo Stato risparmia molto di più grazie alla legge del Pd che non attraverso il meccanismo di rimborsi firmato M5S. Il leader dem rilancia anche sul Fondo di Garanzia per le Pmi che, dice, vale 20 miliardi, “altro che i 25 milioni dei Cinque Stelle”. Fondo peraltro finanziato dalle leggi fatte dal centrosinistra. E poi c’è la polemica sugli stipendi. “Quando ero premier – precisa Renzi – prendevo la metà di quanto percepiva Di Maio dopo le restituzioni. La metà, chiaro?”.