Nella sostanza, la campagna elettorale è cominciata già da un po’. Ora però c’è l’ufficialità del voto di primavera: lo scioglimento delle Camere è stato fissato al 27 dicembre, cioè in tempo utile per l’approvazione definitiva della legge di Bilancio, mentre il voto avrà luogo il 4 marzo, proprio come suggerivano le indiscrezioni.
Si profila quindi un fine anno particolarmente movimentato per la politica italiana, specie alla luce delle recenti novità che hanno riguardato un po’ tutti gli schieramenti politici. Dalla spaccatura interna al centrosinistra, alla riunificazione del centrodestra fino alle scissioni del centro (che praticamente non esiste più).
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella potrebbe annunciare la conclusione di questa legislatura tra Natale e Capodanno, con lo scioglimento delle Camere previsto appunto per il 27 dicembre.
Queste tempistiche, concordate tra il Quirinale e Palazzo Chigi, sarebbero le più ragionevoli per preservare il governo da eventuali incidenti parlamentari e per tutelare la legge di Stabilità prossima al via libera definitivo. Di conseguenza il premier Gentiloni salirà al Quirinale dichiarando esaurito il suo mandato, esattamente come fecero Amato nel 2001 e Berlusconi nel 2006.
Il Capo dello Stato a quel punto chiederà a Gentiloni di occuparsi degli affari correnti, in attesa del voto che cambierà l’assetto parlamentare e presumibilmente anche il governo (stando agli ultimi sondaggi, infatti, sembra che il centrodestra sia in netto vantaggio sugli altri schieramenti).