Nicholas Ritter, 29 anni, dovrà trascorrere 12 anni della sua vita in carcere per aver scaraventato una bambina di 3 anni contro una parete, e averle provocato così una frattura del cranio (con conseguente coma).
I fatti sono avvenuti a Sarasota, in Florida, e sono venuti a galla proprio quando l’uomo ha portato la piccola in ospedale. Ritter in quell’occasione aveva riferito ai medici che la sua figliastra si era ferita cadendo dal gabinetto, e che quindi le due fratture del cranio, l’ematoma subgaleale e i lividi sparsi sul viso e sul collo erano dovuti a quello.
Tuttavia i medici non hanno mai creduto a questa versione dei fatti, anche perché, come ha poi spiegato un funzionario locale, “sarebbe impossibile sostenere che lesioni gravi come quelle riscontrate siano state causate da una caduta simile”. “Inoltre – ha aggiunto – è impossibile fratturarsi entrambi i lati del craio in una sola caduta”.
Messo alle strette, allora, Ritter non ha potuto far altro che confessare la vera dinamica dei fatti: “Sto provando ad uscire dalla dipendenza dalla droga. La bambina continuava a piangere quindi l’ho scaraventata io contro il muro”. L’uomo in pratica avrebbe scaraventato la bimba di 3 anni contro la porta della doccia (o forse contro la parete adiacente), e quell’atto di violenza avrebbe provocato le lesioni poi riscontrate dai medici. Lesioni talmente gravi che in un primo momento sembrava potessero far morire la piccola vittima.
Per provare a risparmiarsi il carcere, Ritter si è giustificato affermando di aver reagito in quel modo un po’ per la storia della droga, e un po’ per via della sua depressione. Ma il giudice non ha voluto sentir ragioni e lo ha condannato a 12 anni di carcere.