Pensavamo fosse una questione archiviata, e invece no: la Blue Whale aleggia ancora tra noi. Una prova ci arriva da Prato, dove una ragazzina di 15 anni è stata iscritta nel registro degli indagati per aver istigato altri suoi coetanei ad uccidersi in onore del gioco che per mesi ha imperversato in tutta Europa.
Come spiega la stampa locale, che cita la testimonianza rilasciata dal procuratore capo Antonio Sangermano, la 15enne è ora indagata dalla Procura dei Minori di Firenze con l’accusa di istigazione al suicidio.
Le indagini ci riportano allo scorso maggio, quando una ragazzina di appena 13 anni ha cominciato a manifestare segni di squilibrio che hanno destato la preoccupazione dei genitori. Gli accertamenti delle autorità hanno dimostrato che la bambina era tanto agitata per via del suo coinvolgimento nella Blue Whale.
Le indagini hanno poi portato alla 15enne di Prato, che a quanto sembra si spacciava per la “curatrice” della ragazzina abruzzese: nei loro smartphone son stati trovati stralci di chat in cui le due parlavano proprio del macabro gioco.
Tuttavia la 15enne di Prato potrebbe anche riuscire a cavarsela, in quanto dalle conversazioni scambiate con la coetanea non sarebbe emerso il quadro di una vera e propria istigazione al suicidio: a parte l’aver inviato di notte la foto di un disegno della balena blu, la 15enne non si sarebbe spinta oltre con le successive fasi del gioco. Anzi, risulterebbe che la “curatrice” abbia deciso di interrompere il gioco che in teoria avrebbe dovuto portare al suicidio della 13enne abruzzese.