Dopo gli albergatori di Calabria e Salento che non accettano gay nelle loro case vacanza, e dopo il b&b di Lecce che si è divertito apponendo un cartello per segnalare i bagni dedicati a uomini, donne e… gay, ecco che un’altro caso di omofobia all’italiana arriva dritto dritto dal Lazio.
Ci troviamo a Latina, dove un ristorante, il “Maria e Vittorio” di zona Foce Verde, ha specificato chiaramente di non volere “clienti froci e trans” (testuali parole). Dopo aver trascorso la mattinata al mare, Massimina e Sandra si sono recate in un ristorante per pranzare. Le due portavano dei pantaloncini corti e un pareo, ma evidentemente quell’outfit non è piaciuto ai gestori del locale.
Una cameriera si è così avvicinata alle due e, in maniera alquanto sgarbata, le ha intimate di allontanarsi perché non erano vestite in modo consono. Ma il vestiario era una scusa (anche perché che male volete che facciano dei pantaloncini? E poi, nel locale c’erano uomini a torso nudo e donne che pranzavano persino in bikini).
La cameriera, messa alle strette dall’evidenza dei fatti, ha precisato che quell’outfit non era consono “vista la loro natura”, riferendosi al fatto che le due clienti fossero delle trans. “Andate via al bordello”, ha detto loro. Pochi istanti dopo è arrivata la titolare che ha persino peggiorato la situazione, ordinando a Sandra e Massimina di lasciare il ristorante perché “poco di buono e froci”.
Massimina però non ne ha voluto sapere di arrendersi e con grande tenacia (e pazienza) ha chiamato la Polizia e il MIT (Movimento Identità Trans). Ora i legali dell’associazione si daranno da fare per tutelare le due protagoniste della vicenda e, di riflesso, la dignità di tutte le persone gay e trans che ogni giorno si ritrovano a dover vivere questo tipo di soprusi.