Una grande pizza condita con formaggio, peperoni e funghi, accompagnata da una Pepsi Cola e da una fetta di torta alle fragole; e poi succo d’uva e pane non lievitato. Questo l’ultimo pasto che Ronald Phillips, 43 anni, ha chiesto di poter consumare prima di essere condannato a morte. L’uomo, prima di morire, ha salutato amici e familiari e parlato sia con un sacerdote che con i suoi avvocati. Dopo di che, senza muovere un ciglio, ha lasciato che gli somministrassero l’iniezione letale.
Ronald è stato condannato alla pena di morte per aver violentato e ammazzato una bambina di appena 3 anni.
L’esecuzione dell’uomo è avvenuta mercoledì e ha fatto parecchio scalpore perché si tratta della prima condanna a morte eseguita negli ultimi tre anni da parte dello stato dell’Ohio. L’ultima condanna di questo tipo, fatta eccezione per quella di Ronald, risale infatti al 2014, quando un detenuto fu ucciso attraverso una combinazione letale di farmaci che creò una polemica per via dell’agonia di 20 minuti che il soggetto dovette sopportare prima di morire.
Ma il caso di Ronald Phillips ha fatto scalpore anche per via del delitto di cui si è macchiato nel lontano 1993: lo stupro e l’omicidio della piccola Sheila Marie Evans, fatto quando Phillips aveva 19 anni, non è stato perdonato neanche a 24 anni di distanza. La bambina, all’epoca, fu ritrovata morta sul suo letto con tanto di lividi e sangue sparsi per il corpo. Poco dopo la tragedia, il killer confessò tutto, ma durante tutti questi anni di detenzione ha sempre provato a scampare alla pena di morte affermando che al momento dell’omicidio era soltanto “un ragazzino con problemi psichici”.