“Qui non si accettano gay e animali”. Così il proprietario di un albergo a Santa Maria, località turistica vicina a Tropea, in Calabria, si è rivolto a una coppia gay di Napoli che pensava di trascorrere un weekend nel mare vibonese.
Lo scambio di battute che c’è stato tra Massimo Arcangeli, ragazzo protagonista della vicenda, e il titolare della guest house, ha immediatamente fatto il giro della rete. Nella prima parte della conversazione, il titolare spiega ai potenziali clienti tutte le caratteristiche del suo alberghetto: struttura appena ristrutturata dotata di una depandance indipendente, di una veranda da 25 mq, di Wi-Fi, parcheggio e piscina privata.
Ma dopo aver “fiutato” che le persone dall’altra parte del telefono sono omosessuali, ecco che l’albergatore fa una “precisazione importante”. Il titolare scrive: “Grazie per aver prenotato, ma devo fare una precisazione importante e mi scuso se posso sembrare troglodita. Qui non accettiamo gay e animali. Mi perdoni ancora”.
La vicenda è subito stata portata all’attenzione di Arcigay Napoli che ha poi provveduto a far circolare la notizia. Ancora incredula la coppia protagonista, che intervistata dalla stampa ha dichiarato: “La cosa ci ha sorpresi e delusi. Nella mente si è materializzata l’immagine drammatica di quei cartelli nazisti che venivano esposti fuori dai negozi con su scritto ‘Vietato l’ingresso ai cani e agli ebrei’. Da allora sono trascorsi 70 anni, ma evidentemente molti non hanno tratto alcun insegnamento. Possibile che siamo ancora a questo punto? Che ci sia tanta leggerezza e discriminazione? I nostri soldi non sarebbero stati uguali a quelli che avrebbe ricevuto da una qualunque coppia etero?”.