Tra poco più di due anni a Bari potrebbe nascere la moschea più grande del Sud Italia: la comunità islamica capitanata dall’imam Sharif Lorenzini, infatti, ha acquistato un grande terreno sito in via Cifarelli per appena 120mila euro (90mila dei quali raccolti dalle offerte dei fedeli arabi, bengalesi, indiani, senegalesi e italiani convertiti all’Islam).
La moschea che dovrebbe nascere su questo grande pezzo di terra sarà quindi un punto di riferimento molto importante per tutto il Meridione: la struttura verrà edificata su 2.500 metri quadri di terra che si vanno ad aggiungere a quelli già in possesso degli islamici (arrivando a toccare quota 4.500 metri quadri). Una volta versati i rimanenti 30mila euro – che le regole prevedono vengano pagati alla stipula dell’atto notarile – ci saranno praticamente tutte le condizioni per poter dare il via ai lavori.
Questa operazione però sta destando parecchie polemiche, e non solo perché sta nascendo una delle più grandi moschee del Sud Europa così dal nulla, ma anche perché c’è molta perplessità sull’origine dei soldi grazie ai quali è stata vinta l’asta: ci si chiede insomma da dove provenga una somma tanto cospicua. Solo ed esclusivamente dalle offerte dei fedeli? O c’è dell’altro?
Lo stesso Ari Pagliara, responsabile tecnico-amministrativo della comunità, ha spiegato che non si conosce l’identità dei finanziatori di questo progetto perché i precetti islamici vogliono che “i finanziatori rimangano anonimi e in silenzio”. Una condizione, questa, che ha visto la più ferrea opposizione del gruppo regionale Noi con Salvini: “Vogliamo conoscere la provenienza di questi soldi perché c’è un rischio concreto che questa moschea possa favorire il ritrovo e il reclutamento di aspiranti jihadisti”, ha detto il segretario generale Rossano Sasso.