Era tornato a casa dopo una dura giornata di lavoro, peraltro segnata dal caldo afoso che in questi giorni sta prendendo di mira diverse zone d’Italia. Era stanco, assetato e affamato, per cui ha pensato di aprire il frigorifero e sgranocchiare qualcosa.
Sembrerebbe tutto normale se non fosse che il protagonista di questa storia è un ragazzo di 20 anni, residente nel riminese ma con origini senegalesi, e di religione musulmana. Un ragazzo che quindi in teoria avrebbe dovuto seguire il Ramadan. Ebbene, per aver infranto le sacre regole del Ramadan, il 20enne è finito protagonista di una seria colluttazione con il padre.
Il padre del ragazzo, un 50enne molto attaccato alla religione, non appena ha visto il figlio allungare la mano sulla tavola lo ha rimproverato. Il figlio ha negato l’evidenza, anche perché consapevole di come il padre avrebbe reagito a questa sua trasgressione. Di lì a poco ne è nato un diverbio piuttosto acceso che è sfociato in un vero e proprio atto di violenza: il genitore ha afferrato il piano dove era riposto il cibo e lo ha scagliato addosso al figlio, colpendolo in piena faccia.
Il 20enne è stato subito mandato in ospedale, dove i medici gli hanno riscontrato diverse lesioni con tanto di zigomo sinistro fratturato. Il giovane inizialmente ha cercato di mascherare i fatti, ma messo alle strette ad un certo punto ha dovuto confessare tutto. Le lesioni, del resto, tutt’altro che compatibili con una caduta accidentale, non gli hanno dato modo di tergiversare.
Preso atto di quello che era successo, l’ospedale ha sporto denuncia nei confronti del genitore perché le ferite, superando i 20 giorni di prognosi, impongono la procedibilità d’ufficio. Il giovane invece non ha voluto sporgere denuncia, evidentemente preoccupato dell’ulteriore clima di tensione che avrebbe creato dentro casa.